Intervista a Virginia, volontaria UNICEF e Alfiere della Repubblica
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Virginia Barchiesi è una neo-diciottenne, volontaria UNICEF da quando aveva 15 anni e, da quest’anno, Alfiere della Repubblica per il suo lavoro a favore dell’integrazione e per la promozione di una narrativa inclusiva.
Virginia, raccontaci qualcosa di te
Sono una studentessa all’ultimo anno di Liceo Classico, dal 2017 una volontaria dell’UNICEF e dal 2020 Alfiere della Repubblica per il mio lavoro a favore dell’integrazione e per la promozione di una narrazione inclusiva. Ho fondato il gruppo YOUNICEF (giovani under 30 dell’UNICEF nelle Marche) e mi sono impegnata nell’insegnamento della lingua italiana a giovani migranti e rifugiati e nella promozione dei valori della Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza soprattutto tra i più piccoli. Sono un’attivista per la partecipazione dei giovani ai processi decisionali a livello nazionale e internazionale (soprattutto con le istituzioni europee) e scrivo per il blog dell’UNICEF U-blog.
Qual era il tuo sogno da bambina?
Ricordo che fin da quando ero piccola avevo una passione per le bandiere, per i viaggi, per le lingue e per la storia (la mia materia preferita da sempre) e molto spesso la mia famiglia mi diceva che ero fatta per diventare un diplomatico. Dalla fine delle medie poi, dicevo spesso che il mio lavoro dei sogni sarebbe stato recarmi in luoghi di guerra e risolvere conflitti o coordinare interventi umanitari e ho cominciato a pensare che avrei lavorato per le Nazioni Unite. Per questo sogno e per le pressanti questioni di attualità legate alla crisi migratoria del 2016 e 2017, sono diventata una volontaria dell’UNICEF, così da dare il mio piccolo contributo nel cercare di costruire un mondo più equo e più giusto.
Cosa vuol dire per te un mondo a misura di bambino? prova a re-immaginare un mondo a misura di bambino, come sarebbe?
Un mondo a misura di bambino è un mondo in cui i bambini, i giovani e gli adolescenti sono considerati come attori del presente e non soltanto come il futuro delle nostre comunità. Immagino un mondo in cui i decisori politici, gli attori locali ma anche il settore privato includano sempre l’opinione dei più giovani in tutte le decisioni che li riguardano, tenendo in conto le loro prospettive e impegnandosi concretamente a realizzarle. Per fare un esempio vicino alla realtà di tutti i giorni, quando si idea un parco, è fondamentale prendere in considerazione l’opinione dei bambini che saranno poi i suoi primari utenti. Allo stesso modo, la scuola, sarebbe un vero e proprio laboratorio del futuro. Una fucina di idee, di novità, di sperimentazioni, un luogo in cui avvenga una programmazione condivisa e che sia immerso nel mondo, nella nostra realtà, discutendone i problemi e pensando a possibili soluzioni.