L'azione dell'UNICEF per l'istruzione delle bambine
2 minuti di lettura
In particolare, l'istruzione delle bambine è connessa all'Obiettivo 2 ("Raggiungere l'istruzione primaria universale entro il 2015") e all'Obiettivo 3 ("Promuovere la parità tra i sessi e dare più potere alle donne").
Questi traguardi sono stati confermati anche in altre solenni sedi internazionali, come il Forum Mondiale sull'Istruzione (Dakar, aprile 2000) e la Sessione Speciale dell'ONU dedicata all'infanzia (maggio 2002).
Sebbene l'andamento nella riduzione del divario di genere nell'istruzione sia abbastanza positivo a livello globale, in alcune parti del mondo questo gap si riduce troppo lentamente per poter sperare di conseguire i traguardi prefissati per il 2015.
Per questo l'UNICEF ha lanciato una speciale campagna per accelerare il progresso dell'istruzione femminile in 25 Stati con tassi di disparità particolarmente alti.
Nei paesi in cui il tasso di iscrizione delle bambine alla scuola primaria è inferiore all'85% di quello maschile, l'UNICEF aiuta i governi a formulare politiche, procedure e pratiche volte a ridurre significativamente i casi di esclusione basata sulla differenza di genere.
Gli interventi dell'UNICEF a favore dell'istruzione delle bambine variano da paese a paese, in base alle condizioni di sviluppo e alle peculiarità culturali del luogo. In generale, la strategia dell'UNICEF si articola in:
indagini statistiche per stimare il numero di bambine escluse o a rischio di esclusione dall'istruzione di base
sostegno tecnico e organizzativo alle politiche del governo e delle comunità locali per l'inclusione e la lotta alla dispersione scolastica
sostegno ai programmi per eliminare le barriere culturali, sociali ed economiche che impediscono l'istruzione femminile, mediante campagne di sensibilizzazione (advocacy) indirizzate a tutti i settori della società civile
promozione della qualità nell'istruzione (formazione di insegnanti, sviluppo e fornitura di materiali didattici, interventi sulle infrastrutture scolastiche)
assistenza e preparazione delle strutture locali in previsione di conflitti e altre crisi future, in modo che il diritto all'istruzione dei bambini e delle bambine sia tutelato anche in situazioni di emergenza umanitaria