Metà dei bambini di Beirut traumatizzati dalle esplosioni di inizio agosto
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Secondo una valutazione rapida dei bisogni dei bambini e delle loro famiglie a Beirut condotta dall'UNICEF e dai suoi partner tra il 10 e il 17 agosto, circa metà delle persone intervistate ha riferito che i propri figli mostravano cambiamenti nei comportamenti o segnali di traumi e di stress elevato a seguito delle immani esplosioni nel porto della capitale libanese, avvenute il 4 agosto scorso.
I comportamenti e sintomi denunciati vanno da forme gravi di ansia al silenzio e al distacco rispetto ai genitori e agli altri familiari, da incubi e difficoltà a prendere sonno a comportamenti aggressivi.
Un terzo delle famiglie ha riferito di sintomi negativi anche tra gli adulti.
È lampante che i bisogni siano immensi. Molti bambini avranno bisogno di un sostegno psico-sociale immediato e duraturo per affrontare il trauma dell'esplosione.
L'UNICEF sta prestando sostegno tramite kit psico-sociali tarati per bambini e genitori, l'allestimento di appositi "Spazi a misura di bambino" (Child-Friendly Spaces) nelle aree colpite e la fornitura di un aiuto specialistico, intensivo e di lungo periodo, per coloro che ne hanno bisogno.
In base alle informazioni più aggiornate, si stima che il 5% degli edifici nelle aree colpite sia rimasto scollegato dalla rete idrica: molte famiglie non dispongono ancora di acqua potabile a causa dei danni alle tubature che collegano la rete idrica agli edifici, o per danni all'interno degli impianti idrici dei palazzi.
Si registrano limitazioni e ritardi nei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, circostanza che aumenta il rischio di malattie infettive.
6 ospedali e 20 cliniche hanno subito danni strutturali più o meno gravi, che hanno ridotto di 500 posti letto la capacità di ricovero.
Secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Istruzione libanese, 159 scuole pubbliche e private e 20 istituti tecnici professionali, frequentati complessivamente da 50.000 alunni e studenti, hanno subito danni di varia gravità.
Fino a oggi l’UNICEF, insieme alle organizzazioni partner, ha:
- raggiunto centinaia di bambini con un primo soccorso psico-sociale e centinaia di genitori e altre figure di riferimento con consulenze sanitarie
- ricollegato al sistema idrico pubblico oltre 60 edifici e installato 109 cisterne per rifornire di acqua le abitazioni danneggiate
- prelevato dal suo magazzino sanitario centrale il 98% delle scorte di farmaci e vaccini, distribuendoli a centri sanitari di base, dispensari e siti di vaccinazione (inclusi quelli per i rifugiati, gestiti dall'UNHCR)
- rimesso in funzione due celle frigorifere e due frigoriferi a energia solare per la conservazione a temperatura controllata dei vaccini, e installato un generatore presso l'ospedale pubblico principale
- inviato tre carichi di aiuti umanitari, tra cui dispositivi di protezione individuale (DPI) per un valore di 3,5 milioni di dollari.
- organizzato il lavoro di oltre 1.100 giovani volontari locali, impegnati nella rimozione delle macerie, nel praticare piccole riparazioni nelle case danneggiate e nella distribuzione a domicilio di alimenti e mascherine anti-COVID.
«L'UNICEF necessita di 46,7 milioni di dollari per rispondere ai bisogni immediati dei bambini e delle famiglie nei prossimi tre mesi» ricorda il Presidente dell’UNICEF Italia Francesco Samengo.
«La nostra risposta si focalizza sulla protezione dei bambini, sulla riabilitazione dei servizi essenziali di base e sulla fornitura ad adolescenti e giovani delle competenze di cui hanno bisogno per essere parte dello sforzo di ricostruzione del proprio paese, il tutto limitando la diffusione del COVID-19.
Anche tu puoi aiutare i bambini di Beirut con una donazione online sul nostro sito