Mutilazioni genitali, 200 milioni di donne ferite per sempre
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Il rapporto, intitolato "Female Genital Mutilation/Cutting: A Global Concern" (Mutilazioni genitali femminili: un problema globale), evidenzia che metà delle bambine e delle donne che hanno subito tale pratica vivono in 3 soli paesi: Egitto, Etiopia e Indonesia.
I paesi in cui è più alta la prevalenza delle MGF tra ragazze e donne adulte (dai 15 ai 49 anni) sono rispettivamente: Somalia (98%), Guinea (97%) e Gibuti (93%).
In generale, nella gran parte dei paesi in cui il fenomeno sussiste, le MGF vengono praticate di norma sulle bambine sotto i 5 anni.
Dai governi coinvolti dati più affidabili
Ora che è disponibile un maggior numero di dati sulla diffusione delle FGM, le stime sul numero totale di donne che le subiscono appare in aumento. Nel 2016, sono 30 gli Stati che hanno fornito dati rappresentativi a livello nazionale.
Disapprovazione sociale e demografia, spinte contrapposte
La buona notizia è che la mobilitazione sociale contro le mutilazioni genitali femminili sta crescendo. I tassi di prevalenza delle MGF fra le adolescenti (15-19 anni) sono in calo rispetto a 30 anni fa: -41% in Liberia, -31% nel Burkina Faso, - 30% in Kenya e - 27% in Egitto.
Dal 2008 a oggi, oltre 15.000 comunità locali in 20 Stati hanno dichiarato pubblicamente l'abbandono delle MGF, oltre 2.000 comunità solamente nel 2015. Inoltre, 5 Stati hanno varato leggi nazionali per la messa al bando della pratica.
Le indagini rivelano una crescente disapprovazione sociale nei confronti delle MGF: la maggioranza delle persone, nei paesi per i quali esistono dati, ritengono che questa pratica dovrebbe finire. Dettaglio non secondario, a pensarlo sono circa due terzi dei ragazzi e degli uomini intervistati.
Tuttavia, l'attuale tasso di abbandono delle mutilazioni genitali non è abbastanza elevato da controbilanciare la crescita della popolazione, e quindi i casi assoluti di MGF rischiano di aumentare nei prossimi 15 anni.
Rapporto UNICEF "FMG/C: A Global Concern" (2016)pdf / 254 kb
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