Orlando Bloom in Ucraina: la scuola, ancora di salvezza per i bambini vittime della guerra
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4 maggio 2016 – L'attore inglese Orlando Bloom, Goodwill Ambassador dell’UNICEF, si è recato in missione nell'Ucraina orientale, regione tormentata da oltre 2 anni da un conflitto interno, per sensibilizzare l'opinione pubblica internazionale sull'importanza di assicurare l’istruzione per i bambini coinvolti nelle crisi umanitarie.
Bloom ha visitato alcune aule sventrate dai proiettili, ad appena 3 km dalla linea del fronte. L'UNICEF stima che 580.000 bambini ucraini hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria e oltre 230.000 sono stati costretti a lasciare le proprie case.
Circa un quinto delle scuole e degli asili nella regione orientale del paese (Donbass) è stato lesionato o distrutto, e circa 300.000 bambini sono rimasti senza possibilità di continuare il proprio percorso scolastico.
Circa un quinto delle scuole e degli asili nella regione orientale del paese (Donbass) è stato lesionato o distrutto, e circa 300.000 bambini sono rimasti senza possibilità di continuare il proprio percorso scolastico.
La missione di Orlando Bloom avviene all'indomani dei nuovi dati diffusi dall'UNICEF, che denunciano come, nel mondo, un quarto dei bambini in età scolare (circa 462 milioni) vivono in paesi colpiti da crisi umanitarie.
L'attore britannico, Ambasciatore UNICEF dal 2009, ha già compiuto numerose missioni sul campo prima di recarsi in Ucraina: dal Nepal (dove si è recato più volte tra il 2007 e il 2015) alla Liberia, dalla Giordania (dove ha incontrato i bambini profughi dalla Siria) al Sudafrica,
Le testimonianze raccolte da Bloom sono sconvolgenti. «Ho incontrato, fra gli altri, una ragazzina di 11 anni, Liana, che è dovuta rimanere nascosta nei sotterranei della sua scuola per 2 settimane, al gelo e senza luce, mentre i bombardamenti devastavano le aule qualche metro sopra di lei»
«Adesso, dopo essere sopravvissuti ad alcune fra le più terribili esperienze di vita che potevano subire, tutto quello che questi bambini vogliono è tornare a scuola in condizioni sicure e di normalità e fare progetti per il proprio futuro.»
«Adesso, dopo essere sopravvissuti ad alcune fra le più terribili esperienze di vita che potevano subire, tutto quello che questi bambini vogliono è tornare a scuola in condizioni sicure e di normalità e fare progetti per il proprio futuro.»
La scuola come acqua e cibo: riconoscere il ruolo dell'istruzione nelle emergenze
Il rapporto “The Education Cannot Wait Proposal”, realizzato dallo Overseas Development Institute [un centro di ricerca indipendente britannico, specializzato in cooperazione allo sviluppo] su incarico dell'UNICEF e di altre organizzazioni internazionali rivela che, globalmente, 75 milioni di bambini (circa 1/6 della popolazione in età scolare e pre-scolare, dai 3 ai 18 anni) vivono in Stati in preda a crisi umanitarie e hanno disperato bisogno di aiuto per l’istruzione .
Eppure, appena il 2% dei fondi richiesti negli appelli umanitari sono dedicati all’istruzione.
Eppure, appena il 2% dei fondi richiesti negli appelli umanitari sono dedicati all’istruzione.
A meno di 3 settimane dal World Humanitarian Summit (Istanbul, 23-24 maggio 2016) il primo vertice mondiale interamente dedicato all'aiuto umanitario, sta per essere lanciato un nuovo fondo – appunto, "Education Cannot Wait" - che ambisce a contribuire a estendere l'accesso all’istruzione per ogni bambino in situazioni di emergenza.
L’obiettivo del Fondo è di raccogliere circa 4 miliardi di dollari per interventi educativi nelle crisi umanitarie, per raggiungere 13,6 milioni di bambini nei prossimi 5 anni e 75 milioni di bambini entro il 2030.
L’obiettivo del Fondo è di raccogliere circa 4 miliardi di dollari per interventi educativi nelle crisi umanitarie, per raggiungere 13,6 milioni di bambini nei prossimi 5 anni e 75 milioni di bambini entro il 2030.
«Nelle situazioni di emergenza, l'istruzione cambia la vita» sottolinea Josephine Bourne, a capo dei programmi educativi dell’UNICEF «Andare a scuola aiuta a tenere i bambini lontani da abusi come la tratta di minori o il reclutamento, ed è un investimento vitale per il futuro loro e delle comunità di appartenenza. È tempo che l’istruzione diventi una delle priorità della comunità internazionale come parte essenziale della risposta umanitaria di base, al pari di acqua, cibo e rifugi”.
Mine e ordigni inesplosi, minacce nascoste per gli alunni ucraini
Ad oggi l'UNICEF ha finanziato in Ucraina orientale la riparazione di 57 scuole e ha fornito a centinaia di migliaia di alunni testi scolastici, banchi, cancelleria,. assistenza psicologica e corsi di recupero.
Inoltre, 280.000 minori hanno partecipato a iniziative, organizzate dall'UNICEF, di informazione e prevenzione sui pericoli di mine e ordigni inesplosi, che infestano le zone a ridosso del fronte.
Inoltre, 280.000 minori hanno partecipato a iniziative, organizzate dall'UNICEF, di informazione e prevenzione sui pericoli di mine e ordigni inesplosi, che infestano le zone a ridosso del fronte.
«Per troppi bambini in Ucraina orientale semplicemente andare a scuola a piedi può nascondere un rischio mortale o di lesioni permanenti» spiega Giovanna Barberis, Rappresentante UNICEF in Ucraina. «Dall’inizio della crisi, sono state individuate e rimosse oltre 55.000 mine antipersona, granate e altri ordigni inesplosi, e sappiamo che questa è solo la punta dell’iceberg. Il nostro obiettivo è di assicurare che tutti i bambini possano andare a scuola, giocare e studiare in sicurezza.»
Durante la sua missione in Ucraina Orlando Bloom ha incontrato alcuni studenti che ricevevano assistenza da psicologi nel quadro di programmi sostenuti dall’UNICEF, per superare le esperienze traumatiche vissute nel corso del conflitto.
«L’Istruzione sta dando ai bambini dell’Ucraina orientale gli strumenti per ricostruire le proprie vite in un ambiente sicuro» commenta ancora Bloom. «Ogni bambino che vive in un'emergenza umanitaria merita la giusta opportunità di avere un futuro luminoso».
Nel mondo, oltre 37 milioni di bambini in età scolare non frequentano la scuola, e strutture scolastiche vengono continuamente chiuse a causa di guerre e disastri naturali. Nella sola Siria più di 6.000 scuole non sono utilizzabili perché bombardate, adibite a usi militari o utilizzate come rifugi per sfollati.
Nel nord-est della Nigeria e del Camerun oltre 1.800 scuole sono state chiuse a causa della presenza dei terroristi di Boko Haram, mentre nella Repubblica Centrafricana un quarto delle scuole sono inagibili per colpa della guerra civile.
Nel nord-est della Nigeria e del Camerun oltre 1.800 scuole sono state chiuse a causa della presenza dei terroristi di Boko Haram, mentre nella Repubblica Centrafricana un quarto delle scuole sono inagibili per colpa della guerra civile.