Possiamo unire l'Europa nelle diversità?
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17 maggio 2019 - di Jacopo Cavagna (volontario Younicef)
Alcuni mesi fa sono andato ad Assisi, dove il Comitato Italiano per l’UNICEF, insieme ad alcune comunità d’accoglienza, ha organizzato un evento di tre giorni, che ha riunito volontari di Younicef, il movimento giovanile dell'UNICEF, e ragazzi migranti e rifugiati.
Sono sempre stato interessato alla promozione dei diritti dei bambini e pensavo di essere abbastanza consapevole di ciò che gli adolescenti rifugiati avessero passato o di che cosa significasse essere un giovane migrante. Ma non lo ero.
L'ho capito parlando con Mohamed, un ragazzo che alcuni anni fa ha lasciato il suo paese natale, la Libia. Ciò che Mohamed mi ha detto del suo viaggio verso l’Europa è qualcosa che nessuno di noi vorrebbe mai ascoltare.
«Abbiamo visto così tante cose orribili, che non avevamo più paura della morte.»
Queste parole mi hanno colpito così tanto che difficilmente le dimenticherò per il resto della mia vita.
Ora Mohamed vive a Palermo, e lì collabora con una Onlus che aiuta i bambini stranieri a studiare e a fare i compiti.
Nel 2018 sono arrivati in Italia 3.536 minori non accompagnati. Molti di loro, come Mohamed, hanno dovuto affrontare esperienze che nessun essere umano, soprattutto un bambino, dovrebbe mai vivere. Violenza e abusi sono all'ordine del giorno per i giovani migranti. Ma tutto ciò non può rappresentare la normalità delle cose.
La storia di Mohamed è solo una delle tante. Non è speciale o unica. È la storia di tutti i bambini che lasciano le loro case, amici, famiglie e culture, sperando di ottenere un futuro migliore.
Negli ultimi decenni, l'Unione Europea è stata fra i principali difensori dei diritti umani: l'UE stessa rappresenta uno dei più grandi progetti di pace, che ha garantito ai cittadini europei oltre 70 anni di assenza di conflitti.
L'Unione Europea, infatti, è ben più di una mera unione economica: UE significa coesione, aiuto reciproco e potere delle diversità.
La migrazione è uno dei fenomeni del momento più significativi in Europa e il ruolo delle istituzioni europee è di notevole importanza: l'UE ha lavorato duramente nel tentativo di garantire migrazioni sicure.
La sensazione di benvenuto è qualcosa di intrinseco nello spirito europeo. Questo è il motivo per cui ogni volta che un bambino subisce sofferenze mentre si reca in Europa, falliamo noi tutti.
Una volta che i giovani migranti o rifugiati arrivano in Europa, tocca a noi, popolo europeo, essere i primi promotori di un processo di inclusione sociale e culturale. Fare volontariato per UNICEF mi ha fatto provare cosa significhi veramente integrazione.
È importante, da parte nostra, far sentire i bambini migranti sicuri e benvenuti e UNICEF lavora costantemente per potenziare questo processo.
Recentemente ho avuto l'onore di essere insignito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dell’onorificenza di "Alfiere della Repubblica", un riconoscimento che ogni anno il Presidente concede a 30 giovani italiani che si sono distinti nel ruolo di "costruttori di comunità".
Sono profondamente grato per questo premio, ma, come ho sempre detto, esso non riguarda solo me, ma tutti i giovani, compresi i rifugiati e migranti, che grazie all'UNICEF possono sperare in un futuro migliore.
Mi riferisco a Mohamed e chiunque abbia vissuto esperienze così brutali.
Mi riferisco a tutti coloro che non dimenticano il significato di coesione, diversità e tolleranza.