POW3R E UNICEF insieme per U-REPORT ITALIA in collaborazione con LUCCA COMICS & GAME
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Ieri, grazie alla partnership con il Lucca Comics & Games, è stata avviata una collaborazione tra UNICEF e Giorgio Calandrelli aka Pow3r, lo streamer (e giocatore professionista) più famoso d’Italia. L’occasione si è creata a Lucca grazie all’incontro tra Pow3r e il Direttore generale dell’UNICEF Italia Paolo Rozera, dedicato al mondo dei giovani e del gaming, moderato da Emilio Cozzi, giornalista ed esperto di cultura videoludica, a cui hanno partecipato tanti giovani.
Alcuni giorni fa proprio POW3R aveva lanciato un sondaggio dedicato ai videogames su U-Report Italia, una piattaforma digitale di sondaggi online, che nel mondo conta 18 milioni di utenti (chiamati U-Reporters) in 88 paesi, pensata proprio per i più giovani. Durante l’incontro di Lucca sono stati presentati i risultati del sondaggio, che ha riscosso un grande interesse da parte dei ragazzi, con oltre 700 giovani (“responders”) che hanno risposto.
L’idea del sondaggio è nata proprio pensando al periodo dei lockdown imposti dalla pandemia di COVID-19, un periodo in cui sono stati proprio gli under 30 i più colpiti dalle restrizioni e dall’isolamento. C’è chi ha scelto di affrontare dubbi, paure e solitudine andando a cercare conforto in una passione condivisa, da poter vivere insieme anche a distanza: i videogames.
- Alla domanda del sondaggio: "pensi che il mondo dei video giochi abbia aiutato ad affrontare in maniera più positiva la pandemia?" il 92% ha risposto "sì".
Tra le risposte date: “Durante la pandemia e soprattutto la quarantena penso che il mondo dei videogiochi sia stato molto d'aiuto per avere contatti con amici con i quali giocavo”; ”Posso dire che il mondo dei videogiochi e molto anche Pow3r dato che l’ho scoperto durante il primo lockdown di febbraio 2020, mi abbiano aiutato a superare quei 3 mesi infiniti”; “Assolutamente si, sarei depresso adesso se non avessi passato il mio tempo parlando e divertendomi con i miei amici online”; “Mi ha salvato dai crolli emotivi”.
- E alla domanda: "esiste una correlazione tra videogiochi e violenza? Un videogiocatore può diventare violento giocando a videogiochi violenti?" Il 57% ha risposto di no e il 19% ha risposto "la mia famiglia dice si ma non sono d’accordo".
Ecco alcune spiegazioni date: “Dipende molto dalla persona, a parer mio ci vuole testa per fare tutto nella vita. O comunque della buona disciplina”; “La violenza non parte da un videogioco. La famiglia, come la scuola, ha il compito di far crescere e far uscire il meglio da ognuno di noi. Il videogioco non può portare violenza, ci sono giochi violenti, ma non portatore di violenza”; “Non esiste una correlazione tra videogiochi e violenza, è l'ambiente in cui si vive a generare violenza oltre all'indole della persona”; “Il videogioco è puro intrattenimento”; “La correlazione tra videogiochi e violenza viene creata nelle situazioni in cui conviene distogliere l'attenzione dalle vere cause. Ad es. Famiglia violenta, bullismo, ambiente che incita all'odio”.
Alcuni mesi fa l’UNICEF ha lanciato U-Report Italia - la tua voce conta. Con una registrazione anonima e gratuita, gli utenti (tra i 14 e i 30 anni) possono far sentire la loro voce, esprimere idee, dare forza alle loro opinioni.
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