Le ombre dell'accordo UE-Turchia su rifugiati e migranti che mettono a rischio i bambini

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22/03/2016

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22 marzo 2016 - L'UNICEF esprime preoccupazione sul fatto che il nuovo accordo tra Unione Europea e Turchia, che entrerà in vigore questa settimana, non affronti i pressanti bisogni umanitari dei 19.000 bambini rifugiati e migranti bloccati in Grecia.

I minori costituiscono il 40% della popolazione rifugiata e migrante attualmente bloccata in Grecia, e si stima che un decimo di questi bambini viaggi da solo.

L'UNICEF ha lanciato l’allarme: il nuovo accordo potrebbe spingere i bambini e le famiglie a intraprendere altre rotte ancora più pericolose, come il Mar Mediterraneo centrale e meridionale (la rotta che avrebbe come destinazione principale l'Italia).

L'UNICEF accoglie positivamente l'impegno preso dai leader dell'UE di determinare individualmente lo status dei rifugiati e dei migranti, anziché espulsioni collettive, pratiche di respingimento o altre misure che sarebbero estremamente dannose per i bambini.

L’UNICEF richiede con urgenza che venga data una risposta alle seguenti priorità:

  • I bambini non accompagnati e separati siano adeguatamente identificati e venga assicurata la loro protezione, senza che siano tenuti in detenzione. Essi hanno diritto ad essere adeguatamente ascoltati, e a ricevere una valutazione prioritaria del loro interesse, prima che venga assunta qualsiasi decisione che li riguardi, incluso l'eventuale ritorno in Turchia. La capacità delle istituzioni statali della Grecia deve essere sostenuta in modo significativo per poter affrontare questo nuovo carico di lavoro.
  • I servizi di assistenza per famiglie con  bambini, come gli "Spazi a misura di bambino" (Child-friendly Spaces) e le aree protette per madri e neonati devono essere rapidamente aumentati nei "Punti blu", la rete di strutture di accoglienza per famiglie creata da UNICEF e UNHCR lungo tutta la cosiddetta "rotta balcanica" 
  • I bambini costretti a rimanere per periodi più lunghi in Grecia hanno bisogno di una serie estesa di servizi di base, come l'istruzione. Molti bambini hanno abbandonato la scuola già da diversi mesi e trarrebbero beneficio anche da un apprendimento in condizioni provvisorie e di emergenza 
  • Per evitare focolai di malattie contagiose tra i più piccoli, deve essere data massima priorità alla vaccinazione dei bambini rifugiati e migranti, soprattutto perché molti hanno vissuto in condizioni antigieniche per settimane. Una prima risposta dovrebbe includere la vaccinazione contro il morbillo, la poliomielite e le infezioni da pneumococco.

22/03/2016

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