Rapporto UNICEF 2011 "Adolescenza, il tempo delle opportunità" - Comunicato stampa
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, intitolato "Adolescenza: il tempo delle opportunità", presentato oggi nel corso di una cerimonia presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) alla presenza del cardinale Angelo Bagnasco.
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Sfoglia l'inserto speciale Rapporto UNICEF 2011, Adolescenza. L'età in bilico che la rivista Famiglia Cristiana, nel numero uscito questa settimana, ha dedicato all'edizione 2011 de "La Condizione dell'infanzia nel mondo".
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Investire negli adolescenti per lo sviluppo della società
«Negli ultimi due decenni, forti investimenti hanno prodotto dei miglioramenti enormi per i bambini fino a 10 anni. Il calo del 33% nel tasso globale di mortalità sotto i cinque anni dimostra che si sono salvate molte più giovani vite, che nella maggior parte delle regioni le bambine hanno quasi le stesse probabilità di frequentare la scuola primaria rispetto ai loro coetanei di sesso maschile, e che adesso milioni di bambini beneficiano di un migliore accesso all'acqua potabile e a cure essenziali come le vaccinazioni di routine” ha dichiarato il Presidente dell’UNICEF Italia Vincenzo Spadafora.
«Per contro, si sono registrati meno miglioramenti in ambiti critici per gli adolescenti. Attualmente più di 70 milioni di adolescenti in età di scuola media non la frequentano e, a livello globale, le femmine sono ancora indietro rispetto ai maschi in termini di partecipazione alla scuola secondaria.
Senza istruzione, gli adolescenti non possono sviluppare le conoscenze e le capacità di cui hanno bisogno per affrontare i rischi di sfruttamento, di abuso e di violenza, che risultano più alti proprio nel secondo decennio di vita. In Brasile, per esempio, tra il 1998 e il 2008 si è salvata la vita a 26.000 bambini di meno di un anno, determinando una netta diminuzione della mortalità infantile. Nello stesso decennio, però, 81.000 adolescenti brasiliani tra i 15 e i 19 anni sono stati uccisi.»
2009, ha toccato in tutto il mondo gli 81 milioni, la disoccupazione giovanile continua a essere motivo di preoccupazione quasi in ogni paese.
Un mercato del lavoro sempre più tecnologizzato richiede capacità che molti giovani non possiedono. Ciò rappresenta non soltanto uno spreco di talenti giovanili, ma anche un'opportunità perduta per le comunità in cui questi giovani vivono.
In molti paesi, ingenti popolazioni di adolescenti costituiscono una risorsa demografica unica che viene spesso trascurata. Investendo nell'istruzione e nella formazione professionale degli adolescenti, i paesi possono raccogliere una forza lavoro ampia e produttiva, contribuendo significativamente allo sviluppo delle economie nazionali.
«Milioni di giovani in tutto il mondo stanno aspettando maggiori interventi da parte di tutti noi» ha concluso Anthony Lake. «Il fatto di fornire a tutti i giovani gli strumenti di cui hanno bisogno per migliorare la propria vita favorirà la nascita di una generazione di cittadini economicamente indipendenti e pienamente impegnati nella vita civile, nonché capaci di offrire un contributo attivo alle loro comunità.»
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