Repubblica Centrafricana: migliaia di bambini sfollati a causa delle violenze nel paese
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L’UNICEF è profondamente preoccupato per il benessere di migliaia di bambini che si stimano essere nuovi sfollati a causa di un’ondata di violenze in diverse città centrafricane, compresa la capitale Bangui, prima e in seguito alle elezioni politiche nel paese. La crisi probabilmente porterà a tassi più alti di malnutrizione e di reclutamento di bambini in gruppi armati.
Nel periodo precedente e successivo alle elezioni del 27 dicembre 2020, il conflitto armato tra forze governative e una colazione di gruppi armati in diverse città della Repubblica Centrafricana ha costretto circa 200.000 persone – quasi la metà delle quali bambini – a scappare dalle proprie case. Sebbene molti siano tornati a casa, circa 100.000 persone sono ancora sfollate . La situazione rimane instabile in diverse parti del paese, in seguito all’annuncio dei risultati delle elezioni.
“Questa nuova ondata di violenza e sfollamento incrementa i bisogni umanitari proprio mentre le persone in Repubblica Centrafricana stanno affrontando le conseguenze della pandemia da COVID-19 e di anni di conflitto e insicurezza,” ha dichiarato Fran Equiza, Rappresentante dell’UNICEF in Repubblica Centrafricana. “Per i bambini e le donne più vulnerabili, i combattimenti rappresentano una minaccia diretta alle loro vite. Probabilmente assisteremo a un incremento dell’incidenza della malnutrizione tra i bambini e a gravi violazioni dei loro diritti, come il reclutamento o l’uccisione.” Nel paese, i casi di malnutrizione acuta grave tra i bambini sotto i 5 anni sono aumentati del 16,4% rispetto allo stesso periodo nel 2020. Questo è dovuto principalmente alla diffusa insicurezza.
Nonostante la Repubblica Centrafricana finora abbia registrato un numero relativamente basso di casi di COVID-19 , l’impatto generale dell’epidemia è stato grave. Dallo scorso marzo, è stato osservato un calo significativo dei tassi di vaccinazione a causa delle sfide affrontate nel condurre le vaccinazioni di routine. La pandemia ha causato anche la chiusura e l’interruzione dei servizi per i bambini forzatamente sfollati e vittime di violenza anche da parte di gruppi armati. Tra gennaio e luglio 2020 nel paese sono state registrate più di 380 gravi violazioni dei diritti dei bambini, più di 2,5 volte il dato dello stesso periodo nel 2019, con un picco di episodi di violenza di genere perpetrati sui bambini al culmine della pandemia da COVID-19 e durante la chiusura delle scuole.
“Ancora una volta, i bambini stanno pagando il prezzo più alto di questa crisi: con l’interruzione dell’istruzione, l’esposizione alla violenza, la separazione dalle famiglie o il reclutamento in gruppi armati”, ha aggiunto Equiza. “Chiediamo a tutte le parti di assicurare che i civili, in particolare donne e bambini, siano protetti e tenuti lontano dai pericoli, secondo il diritto internazionale umanitario e dei diritti umani”.
Nelle settimane precedenti le più recenti violenze, l’UNICEF ha rafforzato il preposizionamento degli aiuti di soccorso di emergenza a Bossangoa, Bouar, Kaga Bandoro, Bambari e Bangassou, e ha mantenuto una piena presenza operativa nei suoi 5 uffici a Bangui, Bambari, Bouar, Bossangoa e Kaga Bandoro. Il 2 e 3 gennaio, attraverso il Meccanismo di Risposta Rapida, l’UNICEF ha realizzato la distribuzione di emergenza di cibo, acqua e aiuti igienico-sanitari a circa 10.000 persone, compresi 6.200 bambini nella città di Dekoa, duramente colpita dai combattimenti, a 260 km a Nord di Bangui, capitale del paese.
A Bangassou, l’UNICEF e i suoi partner hanno fornito acqua e attrezzature igienico-sanitarie per una risposta inziale, hanno facilitato l’accesso all’acqua del principale e nuovo sito per sfollati e si stanno preparando a distribuire aiuti di base quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno. A Bangui, l’UNICEF e i suoi partner hanno facilitato l’accesso all’acqua e la costruzione di latrine in un sito per sfollati temporaneo. A Bouar, l’UNICEF ha fornito 2,6 tonnellate di alimento terapeutico pronto all’uso e latte terapeutico per curare i bambini con malnutrizione acuta grave e, in coordinamento con OMS e MSF, ha fornito kit medici all’ospedale della città e presso 3 centri sanitari per rispondere ai bisogni di 3.000 persone per un mese.
L’UNICEF continua a lavorare con i suoi partner per fornire supporto a bambini, famiglie e comunità nelle aree colpite dall’insicurezza.
La crisi umanitaria in Repubblica Centrafricana rimane una delle più ampie al mondo, in termini di rapporto tra il numero di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria e la popolazione totale. Nel 2020, l’appello di emergenza dell’UNICEF è stato finanziato solo per il 49%, con una critica mancanza di fondi per assistenza medica e HIV, protezione dell’infanzia, servizi idrici e igienico-sanitari. L’UNICEF ha lanciato un appello di 75,7 milioni di dollari per rispondere ai bisogni dovuti all’emergenza in Repubblica Centrafricana per il 2021, che comprendono anche l’attuale epidemia da COVVID-19. Ad oggi l’appello risulta finanziato solo per il 21%.
- Circa 100.000 persone sono ancora sfollate. La crisi umanitaria in Repubblica Centrafricana rimane una delle più ampie al mondo, in termini di rapporto tra il numero di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria e la popolazione totale.
- Aumentata del 16,4% la malnutrizione acuta grave tra i bambini sotto i 5 anni, rispetto allo stesso periodo nello scorso anno.
- Tra gennaio e luglio 2020 nel paese sono state registrate più di 380 gravi violazioni dei diritti dei bambini, più di 2,5 volte il dato dello stesso periodo nel 2019