Repubblica Centrafricana, dall'accordo di pace una speranza per milioni di bambini
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18 febbraio 2019 – L’accordo di pace siglato dal Governo della Repubblica Centrafricana e da altre parti coinvolte nel conflitto [vedi nota a fine testo] rappresenta un passo positivo verso una pace duratura e la speranza di un futuro migliore per i bambini del paese.
In modo particolare, accogliamo con favore gli impegni sulla tutela dei diritti dei bambini e a porre fine alle gravi violazioni contro l'infanzia. Tuttavia, queste promesse non sono ancora sufficienti: ora è tempo di agire.
Per troppo tempo le violenze, l’instabilità e il sottosviluppo cronico hanno devastato le vite dei bambini della Repubblica Centrafricana.
Due terzi di essi hanno bisogno di assistenza umanitaria. Uno su 4 è sfollato o vive come rifugiato in altri Stati della regione. Milioni di bambini non frequentano le scuole, soffrono di malnutrizione e sono vulnerabili a malattie, abusi e sfruttamento.
Ci sono dei passi concreti che possono aiutare a tradurre questo accordo di pace in azioni significative per i bambini:
- Tutte le parti in conflitto devono smobilitare tutti i minorenni associati a gruppi armati
- Il sistema giudiziario deve assistere i bambini arrestati o detenuti a causa della loro associazione a gruppi armati. Essi sono innanzitutto bambini e vittime, e occorre assicurare che i loro diritti vengano rispettati
- Il governo centrafricano deve accelerare il processo per l’adozione del Codice di Protezione dell’infanzia e allineare il sistema nazionale della giustizia minorile del paese agli standard internazionali.
L’UNICEF è pronto a supportare gli sforzi a livello nazionale volti ad aiutare i bambini coinvolti nel conflitto e confida che questo accordo sia un passo in avanti fondamentale verso una pace duratura per i bambini della Repubblica Centrafricana.
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L'accordo di pace (Global Peace Agreement) tra il Governo della Repubblica Centrafricana e 14 gruppi armati ribelli è stato siglato il 6 febbraio scorso a Bangui, capitale del paese. L'intesa è stata raggiunta al termine di una lunga negoziazione tenuta a Khartoum (Sudan) sotto l'egida dell'Unione Africana (AU) e con il sostegno dell'ONU.
Il conflitto era iniziato nel marzo 2013 con l'insurrezione che aveva portato alla fuga dell'allora presidente della repubblica François Bozizé, protraendosi fino a oggi attraverso fasi di alterna intensità.
La guerra civile in Centrafrica è considerata dall'ONU la terza più grave crisi umanitaria attualmente in corso al mondo, dopo Siria e Yemen. La Repubblica Centrafricana è al 187° e penultimo posto nel mondo come indice di sviluppo umano (fonte: UNDP) e detiene il triste primato della più alta quota di popolazione costretta ad abbandonare la propria abitazione: oltre 1 civile su 5 è rifugiato o sfollato.
La guerra civile in Centrafrica è considerata dall'ONU la terza più grave crisi umanitaria attualmente in corso al mondo, dopo Siria e Yemen. La Repubblica Centrafricana è al 187° e penultimo posto nel mondo come indice di sviluppo umano (fonte: UNDP) e detiene il triste primato della più alta quota di popolazione costretta ad abbandonare la propria abitazione: oltre 1 civile su 5 è rifugiato o sfollato.
(Henrietta Fore, Direttore esecutivo UNICEF).