Repubblica Democratica del Congo: Timi è riuscita presto a guarire dal colera, grazie all’intervento di una vicina

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31/05/2024

Nel febbraio 2024, una nuova ondata di violenza nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo ha costretto un numero impressionante di persone e fuggire dalle proprie abitazioni verso i già sovrappopolati campi per sfollati. A metà marzo, 135 mila persone si sono aggiunte alle 500 mila già sfollate nelle zone intorno alla città di Goma, nella provincia del Nord Kivu.

Prince e Asifiwe, genitori di cinque figli tra i 2 e i 6 anni di età, sono stati costretti a scappare da Kilolirwe, il loro villaggio natale vicino a Masisi, per ripararsi nel campo di Buhimba-Mabanga, un nuovo rifugio di fortuna, in cui non c’erano docce né bagni, quando sono arrivati. Di fronte a condizioni igienico sanitarie così precarie, Timi, la loro bambina di 3 anni, ha contratto il colera. 

Timi ha avuto la diarrea una volta, poi un’altra ed ha iniziato a rimettere più volte. Così i vicini, che erano già a conoscenza della situazione, ci hanno dato un siero reidratante per la piccola, per poi indirizzarci verso il centro sanitario. Lì ci hanno confermato che aveva contratto il colera.

Prince, il papà di Timi

La risposta contro il colera

Nell'ambito della risposta rapida contro il colera (il cosiddetto approccio CATI), quando viene identificato un caso positivo, le squadre della Croce Rossa supportate dall'UNICEF vengono dispiegate nel quartiere colpito per disinfettare la casa del paziente e anche quelle di 15/25 famiglie vicine.

Queste squadre si occupano della decontaminazione di latrine e rifugi di fortuna, sensibilizzano sulle buone pratiche igienico-sanitarie e distribuiscono kit contro il colera che includono secchi, taniche, sali per la reidratazione orale, sapone e acqua potabile, riducendo o eliminando del tutto il rischio di futuri focolai.

È stato durante una di queste campagne di sensibilizzazione, in seguito ad un precedente caso di colera sul posto, che Aline, una dei vicini di Prince e Asifiwe ha ricevuto la soluzione reidratante che l’ha aiutata a stabilizzare le condizioni di Timi prima che fosse trasferita nel centro per il trattamento del colera. 

Erano le 4 del pomeriggio, quando ho sentito che la bambina dei vicini stava male per il vomito e la diarrea. Prima di quel momento, si trovavano tutti nelle tende.

Aline, la vicina che ha prestato aiuto alla piccola Timi

Il personale della Croce Rossa, supportato dall'UNICEF, distribuisce kit contro il colera alle famiglie sfollate a Buhimba-Mabanga

Quando è scappata a causa del conflitto a Sake, Aline ha perso suo marito. Si è trovata da sola, incinta e con quattro bambini piccoli, a dover restare nel campo di Buhimba-Mabanga.

“Non appena ho visto Timi, mi sono subito ricordata le indicazioni dell’UNICEF e della Croce Rossa. Ci hanno dato un siero, che ho mischiato con l’acqua e ho fatto bere alla bambina. Poi i genitori l’hanno portata al centro sanitario” continua Aline.“Da quando il bambino degli altri vicini aveva contratto il colera, sono attenta a lavare i piatti con il sapone ed assicurarmi che i miei figli si lavino regolarmente le mani, così da non rischiare di ammalarsi”.

“Anche noi adesso abbiamo il sapone e possiamo usarlo per lavarci” racconta Prince. “Usiamo anche la cenere. Abbiamo lavato tutti i vestiti che mia figlia indossava quando si è ammalata”.

Quattro giorni dopo, Timi inizia a guarire

Grazie alla risposta di Aline, Timi è stata portata subito al centro di Buhimba, dove è stata in cura per quattro giorni, prima di riprendersi.

Esattamente come succede a Buhimba-Mabanga, molte altre persone sfollate che vivono nei campi intorno a Goma sono duramente colpite dal colera. Tra il gennaio e l’aprile 2024 sono stati registrati 7.325 casi sospetti di colera nella provincia del Nord Kivu, che sottolineano il bisogno urgente di una risposta appropriata a tutela della salute della popolazione sfollata.

Nel 2023 la risposta dell’UNICEF contro il colera ha raggiunto 3,3 milioni di persone, il 91% di questi sono stati trattati entro 48 ore dalla segnalazione.

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31/05/2024

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