Safer Internet Day 2018, una guida sull'uso sicuro del web per i bambini
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6 febbraio 2018 – Ogni giorno nel mondo 175.000 bambini e ragazzi si connettono per la prima volta nella loro vita a Internet: in media, uno ogni mezzo secondo.
Globalmente, un utente su tre è minorenne: il gruppo di età di gran lunga più connesso, con un tasso di presenza online del 71% rispetto al 48% della popolazione totale.
L’accesso digitale espone questi bambini ad un gran numero di benefici e opportunità, e allo stesso tempo a una serie di rischi e minacce, tra cui l'accesso a contenuti dannosi, lo sfruttamento e l'abuso sessuale, il cyberbullismo e uso improprio di informazioni private.
«Ogni giorno, migliaia di bambini si connettono online per la prima volta e in questo modo sono esposti a un mare di pericoli che stiamo appena iniziando a conoscere, ben prima di poterli affrontare» afferma Laurence Chandy, a capo della direzione UNICEF per Dati, ricerca e policy delle nuove tecnologie.
«Sebbene i governi e il settore privato abbiano compiuto progressi nella definizione delle politiche e degli approcci per eliminare i pericoli più eclatanti, occorre maggiore impegno per comprendere e proteggere pienamente i minori online.»
Nonostante i rischi, sono state intraprese pochissime azioni per tutelare questi bambini dai rischi del mondo digitale, per salvaguardare le informazioni che essi stessi lasciano e creano durante le attività online e per ampliare un accesso a contenuti online sicuri e di qualità.
Il recente (dicembre 2017) rapporto dell'UNICEF "Figli dell'era digitale" sottolinea come il dovere di proteggere i bambini nel mondo digitale riguardi tutti i soggetti - governi, famiglie, scuole e altre istituzioni.
Il settore privato (in particolare l’industria tecnologica e delle telecomunicazioni) ha la responsabilità grande e unica di influenzare l'impatto delle tecnologie digitali sull'infanzia – una responsabilità che però non è stata presa sufficientemente sul serio.
Il potere e l'influenza del settore privato dovrebbero essere sfruttati per far progredire gli standard etici su impiego dei dati e tutela della privacy a livello industriale, nonché altre pratiche che favoriscano e proteggano i minori online.
Minorenni in rete, le cifre del fenomeno
175.000 nuove connessioni al giorno tra i giovanissimi
I giovani africani sono i meno connessi, con circa 3 giovani su 5 offline. In Europa, solamente 1 su 25 non accede al web.
Il 92% di tutte le URL [indirizzi univoci della Rete] connesse ad abusi sessuali su minori identificate a livello globale dalla Internet Watch Foundation sono localizzate in 5 paesi: Canada, Francia, Olanda, Russia e Stati Uniti.
Alcuni adolescenti arrivano a spedire anche 4.000 messaggi/chat al mese, in media 1 ogni 6 minuti.
Negli Stati Uniti, il 92% degli adolescenti fra i 14 e i 17 anni è online 7 giorni su 7.
Il 73% degli adolescenti americani (14-17 anni) possiede uno smartphone, che si traduce di fatto nell'essere connessi quasi costantemente. La situazione in Europa è molto simile.
Le proposte dell'UNICEF
L’UNICEF chiede nuovamente e con urgenza una cooperazione tra governi, società civile, agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali per i diritti dell'infanzia, e più significativamente, settore privato, per porre i minori al centro delle politiche digitali.
Occorre, in particolare:
- Coordinare le azioni a livello globale, regionale e nazionale. Bisogna intensificare la collaborazione tra decisori politici, forze dell’ordine e industria tecnologica per integrare i principi della sicurezza nella progettazione tecnologica, e cooperare per identificare soluzioni che tengano il passo con quelle tecnologie digitali che consentono e celano traffici illegali e abusi sessuali sui minori online
- Salvaguardare la privacy dei bambini. Serve un maggiore impegno da parte del settore privato e dei governi per tutelare e non consentire l'abuso dei dati dei minorenni e di rispettarne il criptaggio. Devono essere pienamente applicati gli standard internazionali per la raccolta e l'impiego dei dati sui minori online. Occorre inoltre insegnare loro come proteggersi dalle minacce alla loro privacy
- Consentire ai bambini di sviluppare il proprio potenziale online attraverso un accesso più equo e l'alfabetizzazione digitale. I bambini devono essere istruiti su come tenersi informati, impegnati e sicuri online, attraverso una maggiore collaborazione tra governi e tecnici per sviluppare piattaforme di comunicazione digitale e programmi scolastici, dalla scuola primaria a quella superiore. Vanno promosse le biblioteche online e va ampliata la capacità delle biblioteche pubbliche di insegnare competenze digitali. Occorre investire nella formazione in tecnologie digitali dei docenti, insegnare ai bambini come riconoscere e proteggersi dai pericoli online e dalla disinformazione, rendere la "cittadinanza digitale" una componente fondamentale dell'alfabetizzazione digitale
- Sfruttare il ruolo unico del settore privato. È necessario e urgente stabilire e applicare norme etiche a livello industriale in materia di dati e privacy, che proteggano e favoriscano i minori online, incluso lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti che siano eticamente accettabili e attenuino i rischi per i minori
- Investire in una migliore conoscenza su accesso, opportunità e rischi per i minori online. C'è bisogno di conoscere più approfonditamente come bambini e adolescenti accedono e conducono attività online, e applicare queste informazioni per realizzare norme e politiche che affrontino i peculiari bisogni e diritti di questa fascia di età. Occorre inoltre rafforzare il coordinamento e la condivisione delle conoscenze a livello globale per affrontare le sfide dell'era digitale, rafforzare la collaborazione con le organizzazioni che si occupano di infanzia e coinvolgere con più frequenza decisori politici e legislatori.
«Nel tempo che richiede un semplice clic su un link, un bambino da qualche parte nel mondo inizia un percorso digitale che può essere controllato e potenzialmente sfruttato da soggetti che non tengono necessariamente conto del suo superiore interesse» prosegue Chandy. «Man mano che bambini sempre più piccoli si collegano a Internet, diventa sempre più urgente discutere seriamente su come aiutarli a navigare in sicurezza e tutelare le loro tracce digitali.»
Una guida per i genitori
In occasione del Safer Internet Day 2018, l’UNICEF Italia, presenta la guida "Parlare ai bambini di Internet", rivolta ai genitori, per essere informati sulle nuove tendenze del mondo digitale e aiutarli ad accompagnare i figli a un uso sicuro del web, realizzata insieme a UNICEF Malesia, Digi e Telenor Group.
La pubblicazione offre, oltre ad un aggiornato quadro legislativo su sicurezza online e cyberbullismo nel nostro paese, anche informazioni e spunti per avviare un dialogo costruttivo con i proprio figli, ponendo alcune domande: dove e in quale modo i nostri figli trascorrono il loro tempo online? Come li proteggiamo dai predatori, dal cyberbullismo e dai contenuti dannosi e inappropriati? Quali altri rischi si trovano ad affrontare? Quali risorse sono disponibili? Come parliamo ai nostri figli di Internet?
A queste e ad altre domande cerca di rispondere la guida, che contiene anche un utile Glossario di Internet (dalla A di Algoritmo alla V di Virus).
Documenti disponibili
Scarica la guida "Parlare ai bambini di Internet"pdf / 5.76 Mb
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