Sei gravi violazioni a danno dei bambini in tempo di guerra

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30/10/2023

Dalle uccisioni indiscriminate alle mutilazioni, dai rapimenti alle violenze sessuali, fino al reclutamento nei gruppi armati e alla distruzione di scuole ed ospedali così come delle strutture idriche essenziali- i bambini che vivono nelle zone di guerra in tutto il mondo, continuano ad essere sotto attacco, e i numeri sono impressionanti.

Per meglio monitorare, impedire e porre fine a questi attacchi, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha identificato e condannato sei gravi violazioni a danno dei bambini in tempo di guerra. Si tratta di: uccisioni e menomazioni; reclutamento e utilizzo dei bambini nelle forze armate o nelle milizie; attacchi a scuole ed ospedali; stupri e altre forme di violenze sessuali gravi; rapimenti e negazione dell’aiuto umanitario.

Forze armate e milizie sono tenute, secondo il diritto umanitario internazionale, ad adottare tutte le misure per proteggere i civili, inclusi i bambini, che sono particolarmente vulnerabili in tempo di guerra.

1. Uccisioni e mutilazioni dei bambini

Uccisioni e mutilazioni di bambini e bambine possono essere il risultato di attacchi diretti o azioni indirette, inclusa la tortura. Possono essere il risultato di un fuoco incrociato o causate da mine antiuomo, da munizioni “a grappolo”, da ordigni esplosivi improvvisati e utilizzati indiscriminatamente o nel contesto di operazioni militari, da demolizioni di abitati e da azioni di ricerca e detenzione, o da attacchi suicidi.

Per esempio, l’uso di armi esplosive – in particolare in aree popolate – continua ad avere un impatto devastante sui bambini. Solo nel 2020, le armi da fuoco e i residui bellici sono stati responsabili di almeno il 47% di tutte le vittime infantili. Tra il 2005 e il 2022, più di 120 mila bambini (tra i casi accertati) sono stati uccisi o mutilati nei contesti di conflitto. 

Yana, 11 anni, ricoverata all'ospedale di Leopoli con la madre Natalia e il fratello gemello Yaroslav. Ha perso le gambe nell'attacco missilistico alla stazione ferroviaria di Kramatorsk.

2. Reclutamento e utilizzo dei bambini nelle forze armate e nelle milizie

Il reclutamento e l’uso di bambini come “soldati” si riferisce alla coscrizione obbligatoria, forzata, o volontaria e all’arruolamento dei bambini in qualsiasi tipo di forza armata o gruppo paramilitare. I minorenni continuano ad essere reclutati e sfruttati dalle parti in conflitto con frequenza allarmante.

L’utilizzo di bambini e bambine da parte delle milizie armate può avvenire in qualsiasi modo: come combattenti ma anche come cuochi, facchini, messaggeri e spie, o anche perché utilizzati a fine di sfruttamento sessuale.

Tra il 2005 e il 2022, secondo i dati ufficiali, più di 105 mila bambini sono stati reclutati e sfruttati dalle parti in conflitto ma reputiamo che il numero di casi sia molto maggiore.

Nell’aprile 2018 a Yambio, in Sud Sudan, Gianiko (12 anni) e Jackson (13) sono abbracciati durante la cerimonia di liberazione dei bambini dai gruppi armati, cui seguirà un processo di reintegrazione nella società. Jackson e Ganiko erano migliori amici quando si trovavano, insieme, nelle milizie.

3. Attacchi a scuole e ospedali

Gli attacchi a scuole e ospedali comprendono il bersagliare qualsiasi tipo di struttura medica o scolastica, provocando la distruzione parziale o totale di questi edifici. Scuole ed ospedali dovrebbero essere luoghi protetti, dove i bambini possano trovarsi al sicuro anche in tempi di conflitto; eppure, i continui attacchi a queste strutture hanno un impatto catastrofico sui diritti dei bambini, compreso il diritto alla salute e all’educazione.

Tra il 2005 e il 2022, le Nazioni Unite hanno registrato più di 16 mila episodi inclusi attacchi deliberati o attacchi durante i quali non è stata fatta un’adeguata distinzione tra obiettivi civili e militari, su strutture mediche e scuole, su persone "protette”, inclusi studenti, bambini ospedalizzati e il personale scolastico e sanitario.

Questi attacchi non solo mettono a rischio le vite dei bambini, ma distruggono anche la loro possibilità di imparare e di ricevere cure mediche, con un impatto duraturo sulla loro istruzione, sulle opportunità economiche e, soprattutto, sulla loro salute.

Mali Aminata, una ragazza sfollata si appoggia alla stampella per camminare in un campo per sfollati a Sévaré, dove l'UNICEF, le autorità locali e i partner hanno installato sistemi di acqua pulita, tende per i rifugi e uno spazio di apprendimento temporaneo

4. Stupri e violenze sessuali gravi sui bambini e sulle bambine

Lo stupro e la violenza sessuale comprendono tutti gli atti di stupro, gli abusi e la schiavitù sessuale, tra cui il traffico, la prostituzione forzata, il matrimonio e le gravidanze forzate, la sterilizzazione imposta, lo sfruttamento sessuale e/o l’abuso di minori. In alcuni casi, la violenza sessuale è usata in maniera intenzionale per umiliare la popolazione o costringerla a fuggire dalle proprie case.

Tra il 2005 e il 2022, le parti in conflitto hanno stuprato, costretto al matrimonio, sfruttato sessualmente e commesso altre gravi forme di violenza sessuale almeno 16 mila bambine e bambini. Bisogna tuttavia considerare che i pregiudizi diffusi sull’abuso sessuale e lo stupro fanno sì che si tratti di un problema particolarmente sottostimato che colpisce i bambini in conflitto. La violenza sessuale colpisce in modo sproporzionato le ragazze, che sono state vittime nel 97% dei casi, dal 2016 al 2020.

Nigeria. Fatima, 17 anni, dietro la porta a zanzariera di casa sua. Quattro anni fa è stata rapita da un gruppo armato in seguito ad un attacco al suo villaggio nel nord-est della Nigeria.

5. Rapimento di minori

Con rapimento di bambini si intende l’allontanamento illegale, il sequestro, la cattura, l’arresto o la fuga forzata di un minore sia temporanea che permanente. Che si tratti di un atto intenzionale o di ritorsione, sia per instillare paura nella popolazione che per reclutare con la forza e/o abusare sessualmente i minori, il rapimento è una delle violazioni più pervasive, commesse contro i bambini, nelle situazioni di conflitto. 

Tra il 2005 e il 2022, almeno 32 mila bambini sono stati rapiti dalle parti in conflitto. Si stima che i ragazzi corrispondano ai tre quarti dei casi di rapimento verificati; le ragazze, tuttavia, sono a rischio di essere rapite anche a scopo di violenza sessuale e sfruttamento. In molti casi i bambini che vengono rapiti sono anche vittime di altre gravi violazioni come essere vittime di omicidio, essere mutilati, subire violenze sessuali o essere reclutati nei gruppi armati. Possono diventare ostaggi o essere detenuti in modo arbitrario.

Salem, 7 anni, trasporta materassi sulla testa e il suo gatto in braccio, mentre lascia il quartiere Tal Al-Hawa a Gaza. Nella Striscia i bambini sono senza acqua e senza elettricità, fino ad ora l'accesso alla popolazione da parte della agenzie umanitarie è stato molto limitato.

6. Negazione dell’aiuto umanitario ai minorenni

Negare l’accesso agli aiuti umanitari comporta deprivare intenzionalmente o impedire l'accesso ai bambini dell’assistenza sanitaria, indispensabile per la loro sopravvivenza. È una violazione commessa dalle parti in conflitto che ostacolano, anche intenzionalmente, la possibilità alle agenzie umanitarie di accedere alle zone in guerra e raggiungere i bambini colpiti dal conflitto armato.

Le Nazioni Unite hanno verificato almeno 14.900 casi di negazione dell’accesso umanitario per i bambini tra il 2005 e il 2020, dei quali l’80% dei casi è avvenuto tra il 2016 e il 2020. I numeri in crescita sottolineano il maggiore sforzo compiuto per documentare questa violazione.

Le parti coinvolte nel conflitto spesso negano l’accesso agli operatori umanitari, impedendo loro di raggiungere i civili con l’assistenza umanitaria. Si intende negare l’assistenza anche nel caso in cui gli operatori umanitari vengono presi di mira e accusati di essere minacce.

Tra il 2005 e il 2022, sono state verificate più di 315 mila violazioni contro i bambini, perpetrate dalle parti coinvolte in oltre 30 conflitti tra Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina. Il numero effettivo è senza dubbio molto più alto in quanto le restrizioni all’ accesso e le scarse condizioni di sicurezza, così come la vergogna, il dolore e la paura che i sopravvissuti subiscono, spesso impediscono la segnalazione, la documentazione e la verifica di queste violazioni.

I dati sono precedenti a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza.

Cosa fa l'UNICEF

L'UNICEF e i suoi partner continuano a fornire assistenza e protezione ai bambini che vivono nelle zone di guerra, sostenendo le loro ragioni e impegnandosi affinché tutte le parti in conflitto garantiscano che i loro diritti siano rispettati.

Oltre a fornire assistenza di emergenza e a lungo termine ai bambini, l'UNICEF forma i funzionari governativi e le parti in conflitto sulla protezione dell'infanzia, sensibilizzando i governi, le comunità e le famiglie sui rischi che affrontano i bambini nei conflitti armati.

Abbiamo bisogno di una forte pressione pubblica e politica per garantire che i bambini non siano più bersagli. Un bambino è un bambino, e ha il diritto di essere protetto. 

30/10/2023

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