Sei modi in cui la vita delle ragazze è cambiata, in meglio, rispetto a dieci anni fa
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In occasione dell'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, prendiamoci un momento per riflettere su quanto il mondo sia cambiato, per le bambine e le ragazze, nell’ultimo decennio. Anche se la loro vita è indubbiamente migliorata su diversi aspetti, purtroppo le ragazze devono ancora affrontare sfide senza precedenti nell’ambito dell’educazione, del benessere fisico e psicologico e della protezione di cui hanno bisogno, per una vita senza violenza.
Khartoum, Sudan: queste due ragazze, insieme ad altre 200 compagne della loro scuola hanno aderito alla manifestazione contro la Mutilazioni Genitali Femminili insieme adUNICEF, genitori, amici ed insegnanti
1. Rispetto a dieci anni fa, più ragazze completano le scuole medie e superiori, ma il progresso non è abbastanza veloce
Il progresso delle ragazze nell’educazione secondaria è una delle strategie di sviluppo più incisive su cui possono investire i paesi – sia per le donne che per le comunità. Le ragazze che completano le scuole medie e superiori hanno meno possibilità di diventare “spose bambine” e restare incinte durante l’adolescenza e al contempo hanno più possibilità aumentare il loro reddito nell’arco della vita.
L’accrescimento della scolarizzazione migliora anche la salute materna e riduce il rischio di mortalità infantile. Tra il 2012 e il 2020, la percentuale di ragazze che ha completato la scuola secondaria di primo grado (le scuole medie) è passata dal 69 al 77% e quella riguardante le ragazze che hanno completato le scuole secondarie di secondo grado (le scuole superiori) è cresciuta dal 49 al 59% del totale.
Questo significa che, nel mondo, circa una bambina su cinque non completa il percorso di studi nelle scuole medie e che, approssimativamente, quattro ragazze su dieci non raggiungeranno il diploma. In alcune zone del mondo i numeri sono ancor più desolanti. Per esempio, nell’Africa orientale e meridionale, dove la percentuale di ragazze che completano gli studi nella scuola secondaria superiore è aumentato di soli 2 punti percentuali negli ultimi 10 anni, solo una ragazza su cinque completa le scuole superiori.
Nonostante nell’Asia meridionale i progressi siano stati maggiori, oggi soltanto metà delle ragazze nella regione completa la scuola secondaria di secondo grado. Poiché i dati dell’impatto del COVID-19 sull’educazione delle bambine e delle ragazze non sono ancora disponibili, c’è il rischio che gli sviluppi ottenuti per far progredire l'educazione delle ragazze degli ultimi due decenni vengano annrnaullati.
2. In tutto il mondo, meno ragazze adolescenti restano incinte
La gravidanza durante l’adolescenza porta con sé una serie di conseguenze negative sia per la salute e il benessere delle ragazze, sia per i loro bambini e la comunità intera. A livello globale, condizioni come emorragie, sepsi e parto ostruito, sono la seconda causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. I figli nati da madri adolescenti hanno un rischio maggiore di parto prematuro, bassa natalità e gravi complicazioni neonatali.
In tutto il mondo, dal 2012 il tasso di parti in età adolescenziale è sceso da 51 nascite a 42 ogni 1.000 ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni. Sebbene questi progressi siano stati registrati anche tra i paesi meno sviluppati, lì il tasso di partorienti in età adolescenziale è ancora oggi superiore al doppio della media globale: 94 parti ogni 1.000 ragazze.
E nell'Africa subsahariana, la regione con il più alto carico di gravidanze adolescenziali al mondo dove, per 100 ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni, dieci partoriscono e di queste solo cinque ricevono quattro o più visite di assistenza prenatale, un lieve aumento rispetto a un decennio fa, quando erano quattro su dieci.
3. L’accesso delle ragazze alla pianificazione familiare è aumentato ma molte delle loro richieste non vengono soddisfatte
Per molte adolescenti, le gravidanze non sono né pianificate né volute. Le gravidanze indesiderate, specialmente al fuori dal matrimonio, possono portare allo stigma e all’isolamento sociale delle ragazze e aumentare i rischi di abbandono scolastico e matrimonio forzato. Ancora oggi, le giovani donne si trovano di fronte a diversi ostacoli per poter accedere e utilizzare contraccettivi efficaci, tra cui i costi, lo stigma, la mancanza di informazioni e la limitata autonomia decisionale.
Dal 2012, i progressi globali per soddisfare le richieste delle ragazze adolescenti riguardo la pianificazione familiare attraverso l’utilizzo di metodi contraccettivi moderni sono stati lenti, registrando un aumento di soli cinque punti percentuali, dal 55% al 60%. Ciò significa che quattro adolescenti su dieci che vorrebbero evitare la gravidanza oggi non stanno utilizzando metodi contraccettivi moderni ed efficaci. E in Asia meridionale, Africa occidentale e mediorientale e Africa subsahariana, meno di un’adolescente su due pratica un controllo contraccettivo moderno.
4. La percentuale di infezioni di HIV tra le adolescenti è diminuita del 33% nell’ultimo decennio, ma la maggior parte dei nuovi casi tra i giovani avviene tra le ragazze
Le principali cause delle infezioni da HIV sono influenzate da un'ampia gamma di disuguaglianze di genere che sfavoriscono le ragazze, compresi i matrimoni precoci e forzati, la violenza di genere, l'accesso diseguale ai servizi e alle informazioni e la mancanza di potere negoziale e autonomia economica.
Nel mondo, il numero di nuove infezioni da HIV tra le adolescenti è diminuito di un terzo dal 2012, passando dalle 180 mila alle 60 mila di oggi. Ma fra le ragazze continuano a esserci tre nuove infezioni su quattro, tra tutti gli adolescenti. E nell’Africa subsahariana - la regione con il più alto tasso di sieropositivi tra gli adolescenti - le ragazze sono state contagiate sei volte di più dei ragazzi, a oggi.
Come ad esempio in Malawi dove, nel 2020, un terzo di tutte le nuove infezioni da HIV riguardava giovani di età compresa tra 15 e 24 anni.
In Malawi UNICEF, OMS, UNAIDS e UNFPA stanno supportando il governo per colmare le lacune nell'accesso a un'educazione sessuale completa, per sfatare i miti e le idee sbagliate associati all'uso di contraccettivi, in un paese in cui la fertilità adolescenziale è tanto alta. Uno degli interventi di questa alleanza è il programma “2gether 4 RSHR” che consente, a madri-mentori di "guidare" le mamme adolescenti nella ricerca dei servizi di cui hanno bisogno, per vivere una vita sana.
Leggi la storia di Awema Chimenya , madre-mentore che aiuta le donne sieropositive a partorire bambini in salute, liberi dall’HIV, proprio come è successo a lei.
5. Oggi ci sono meno matrimoni precoci, ma milioni di bambine rischiano di sposarsi durante l’infanzia
Il matrimonio infantile deruba le ragazze della loro infanzia, privandole della possibilità di decidere del loro stesso futuro. Negli ultimi dieci anni, la percentuale di giovani donne che si sono sposate da bambine è diminuita, passando dal 23% al 19%.
L’Asia meridionale ha registrato i maggiori progressi in questo periodo di tempo: in questa regione il rischio di una ragazza di sposarsi durante l’infanzia è passato dal 46% al 28%. Minori progressi sono stati osservati nell’Africa subsahariana, dove si registra il 35% di “spose bambine” rispetto al 38% di dieci anni fa. Nel prossimo decennio, inoltre, più di dieci milioni di ragazze corrono il rischio di diventare spose bambine a causa delle conseguenze della pandemia da COVID-19.
6. Le mutilazioni genitali femminili sono diminuite negli ultimi anni, ma la pratica continua a sconvolgere e danneggiare la vita di milioni di ragazze
Pratiche pericolose, che violano il diritto delle ragazze alla salute e al benessere globale, le mutilazioni genitali sono parte di norme sociali profondamente radicate, che affondano le loro radici nella diseguaglianza di genere. Nonostante la percentuale di ragazze tra i 15 e i 19 anni sottoposta a questa pratica - nei 32 paesi dove è particolarmente concentrata - sia calata dal 41% al 34%, i progressi non sono abbastanza rapidi da raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2030: l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili.
L’atteggiamento nei confronti delle mutilazioni genitali femminili sta cambiando, il che potrebbe fornire lo slancio ideale per abbandonare la pratica. Nei paesi dell'Africa subsahariana dove sono praticate, ad esempio, quasi tre ragazze e donne adolescenti su quattro, di età compresa tra 15 e 49 anni, pensano che si dovrebbe porre fine a questa pratica.
Leggi la storia di Mariam, del Gibuti, sottoposta a soli 5 anni a questa pratica.
I progressi ci sono stati, ma è necessario accelerare
I numeri ci dicono che il progresso è possibile e, in molti ambiti, le ragazze di oggi stanno meglio di dieci anni fa. Ma i numeri ci dicono anche che è necessario accelerare l’azione. Tra le crisi concomitanti: cambiamento climatico, conflitti armati, conseguenze della pandemia di COVID, sono necessarie maggiori risorse e investimenti nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria, nella protezione e altro ancora, per consentire alle ragazze di realizzare il loro potenziale.
Questo impegno deve essere accompagnato da maggiori investimenti nella produzione e nell’analisi di dati di alta qualità sulle differenze di genere in bambini e adolescenti, soprattutto per i gruppi tradizionalmente sottorappresentati, inclusa la comunità LGBT+ e i bambini di età compresa tra i10 e i 14 anni, e negli ambiti in cui i dati sono limitati: norme di genere, salute mentale e empowerment degli adolescenti.
Questi dati sono fondamentali, sia per impostare politiche basate su statistiche numeriche affidabili e decisioni sui programmi per le ragazze; sia per promuovere la responsabilità delle stesse.
Le ragazze sono pronte per un altro decennio di azione. Dobbiamo soltanto stare dalla loro parte.