Sentirsi a casa fuori dal proprio Paese. La storia di Svitlana e Karolina, accolte in famiglia da Claudia
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"Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, avendo una casa che può accogliere persone e volendo condividere quello che ho in termini di spazio, conoscenze e tanto altro, per me è stata una scelta abbastanza spontanea”.
Inizia così Claudia, 70 anni, romana d’origine. A marzo 2022, poco dopo l’inizio della guerra russo-ucraina, tramite il programma di affiancamento familiare portato avanti dall’UNICEF con Refugees Welcome Italia, decide di dare il suo contributo offrendo supporto a Svitlana e Karolina, fuggite da Kiev in cerca di sicurezza.
“Dopo un po' di tempo ci siamo incontrate, ed è cominciata questa avventura".
Al momento dell’arrivo in Italia, Svitlana ha dovuto affrontare diverse sfide, a partire dalla lingua. Chiacchierando con Claudia, sorride dicendo che inizialmente desiderava tornare in Ucraina, ma grazie al suo supporto, le cose sono cambiate presto.
"Claudia mi ha fatto sentire a casa. Ricordo benissimo l’odore del caffè caldo ogni mattina, che era il suo modo di darci il buongiorno. È cambiata la mia vita. Inizialmente, volevo tornare, ma grazie a Claudia, abbiamo trovato casa, e ho deciso di rimanere", rivela Svitlana.
Lontana da casa, Svitlana aveva bisogno di un punto di riferimento
“L'aiuto di Claudia è andato oltre la semplice ospitalità - racconta Svitlana - mi ha aiutata con i documenti, mi ha dato consigli in un momento in cui ero lontana da casa, dai miei affetti, avevo bisogno di un punto di riferimento".
"È stata una scelta spontanea, ma significativa –dice Claudia - Condividere con loro gli spazi, l'esperienza, la conoscenza della lingua e del posto che per loro era estraneo è stata una scelta che ho fatto volentieri. Con il tempo, abbiamo instaurato una relazione che è una relazione terza. Sveta potrebbe essere mia figlia e Karolina mia nipote. Una relazione più ricca, con rispetto e affetto da subito".
"È cambiata la mia vita – conferma Svitlana - Con Claudia siamo simili, ci siamo trovate. Oggi ci siamo trasferite poco fuori Roma ma lei rimane un importante punto di riferimento”.
Nonostante io vivessi sola da molto tempo e avessi dei timori a ritrovarmi in una convivenza, ne sono davvero grata. Ho trovato persone corrette, sensibili e rispettose ma soprattutto amabili e che si sono fatte volere bene, ci siamo sentite una famiglia.
Claudia racconta la convivenza con la nuova famiglia
Il programma di affiancamento familiare
Tramite il programma di accoglienza in famiglia promosso dall’UNICEF in collaborazione con Refugees Welcome Italia, singoli o famiglie possono affiancare giovani neomaggiorenni o nuclei familiari migranti o rifugati . Il supporto di una famiglia permette di accelerare i processi di inclusione e protezione, attraverso la condivisione della rete sociale della famiglia che accoglie.
Per maggiori informazioni: unicef.it/alternativecare