Solo il 40% dei bambini nel mondo è allattato al seno: un danno alla salute che fa male anche all'economia
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1° agosto 2017 – Nessuno Stato al mondo ha raggiunto pienamente gli standard raccomandati sull'allattamento al seno.
Ad affermarlo è il nuovo rapporto diffuso oggi dall'UNICEF e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con il Global Breastfeeding Collective, la nuova iniziativa internazionale che mira ad ampliare i tassi globali di allattamento.
La scheda "Global Breastfeeding Scorecard", che analizza i dati di 194 Stati, mostra come solo il 40% dei bambini tra 0 e 6 mesi viene allattato esclusivamente con latte materno - come prescrivono OMS e UNICEF - e in appena 23 Stati il tasso di allattamento al seno supera il 60%.
È ampiamento dimostrato che l’allattamento materno porta benefici a livello cognitivo e di salute sia per i bambini che per le madri: nei primi 6 mesi di vita del bambino, questa pratica contribuisce a prevenire diarrea e polmonite, le due principali cause di mortalità neonatale.
Le donne che allattano vedono inoltre una riduzione nel rischio di soffrire di tumore alle ovaie e al seno, a loro volta due tra i principali fattori di mortalità fra le donne adulte.
«L’allattamento rappresenta per i bambini il miglior modo possibile per iniziare la vita» sottolinea Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore dell’OMS. «Il latte materno è il primo vaccino per i bambini: li protegge da malattie potenzialmente mortali e garantisce loro tutto il nutrimento di cui hanno bisogno per sopravvivere e crescere bene.»
La statistica comparativa è stata lanciata in occasione dell’inizio della Settimana Mondiale dell’Allattamento (World Breastfeeding Week) che si celebra dal 1° al 7 agosto 2017.
Investire nell'allattamento: vite salvate e risparmi enormi
Insieme ai dati UNICEF e OMS hanno reso pubblico un nuovo studio - "Nurturing the Health and Wealth of Nations: The Investment Case for Breastfeeding" - secondo il quale incrementare del 50% il tasso globale allattamento tra i bambini sotto i 6 mesi di qui al 2025 richiederebbe un investimento annuo di soli 4,70 dollari a bambino.
Tale investimento consentirebbe di salvare la vita di circa 520.000 bambini (0-5 anni) e di generare un guadagno economico potenziale di ben 300 miliardi di dollari nell'arco di 10 anni, somma stimata quale risultato dei risparmi nell’assistenza sanitaria e nell'incremento della produttività.
«L’allattamento è uno degli investimenti più efficaci ed economicamente vantaggiosi che una nazione possa fare per la salute dei suoi membri più giovani e il futuro delle loro economie e delle società» aggiunge Anthony Lake, Direttore dell’UNICEF. «Se non investiremo sull’allattamento, non faremo progressi per le madri e i loro bambini, pagando un prezzo doppio: in termini di perdita di vite e di opportunità.»
Si stima che in cinque tra le maggiori economie emergenti al mondo (Cina, India, Indonesia, Messico e Nigeria), la carenza di investimenti nell’allattamento materno provochi la morte di circa 236.000 bambini l’anno e perdite economiche per 119 miliardi di dollari.
A livello globale, gli investimenti nell’allattamento sono troppo esigui. Ogni anno, i governi dei Paesi a basso e medio reddito spendono circa 250 milioni di dollari in programmi per l’allattamento, somma a cui i donatori internazionali aggiungono appena altri 85 milioni di dollari.
Le richieste di UNICEF e OMS agli Stati sull'allattamento materno
Il Global Breastfeeding Collective chiede ai governi di:
- Aumentare lo stanziamento di fondi per ampliare i tassi di allattamento dei bambini dalla nascita ai 2 anni di vita
- Applicare pienamente il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e le risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità attraverso severe misure legali, che siano fatte rispettare e monitorate in modo indipendente da organizzazioni libere da conflitti di interesse
- Promuovere il congedo familiare retribuito e altre misure per favorire la pratica dell’allattamento nei posti di lavoro, che abbiano come requisito minimo le Linee-guida sulla protezione della maternità dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), inclusi provvedimenti da applicare al settore dell’economia c.d. sommersa
- Implementare i 10 Passi per l’allattamento materno nei punti nascita, che comprendano anche la fornitura di latte materno per i neonati prematuri, malati o altrimenti vulnerabili.
- Facilitare l’accesso per le madri a personale qualificato per l’allattamento, quale parte di programmi e politiche per l’allattamento nelle strutture sanitarie
- Rafforzare i legami tra le strutture sanitarie e le comunità locali, e incoraggiare le reti comunitarie per proteggere e promuovere l’allattamento al seno
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Potenziare i sistemi di monitoraggio che traccino i progressi delle politiche, dei programmi e dei finanziamenti, stabilendo e perseguendo obiettivi nazionali e globali per l’allattamento.
L’allattamento è fondamentale per il raggiungimento di diversi fra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (2016-2030).
Esso contribuisce a migliorare la nutrizione (Obiettivo 2), a prevenire la mortalità infantile e il rischio di malattie non trasmissibili (Obiettivo 3), favorisce lo sviluppo cognitivo e l’istruzione (Obiettivo 4), e contribuisce indirettamente a contrastare la povertà, a promuovere la crescita economica e a ridurre le disuguaglianze sociali.
L'azione dell’UNICEF per l'allattamento al seno in Italia
Nel quadro del programma nazionale Insieme per l'allattamento l'UNICEF Italia porta avanti 4 progetti: gli Ospedali amici dei bambini, le Comunità amiche dei bambini, i Baby Pit Stop e i Corsi di Laurea Amici dell’Allattamento.
Tutti questi interventi sono finalizzati a diffondere una cultura dell’allattamento e consentire alle mamme e ai loro bambini di ricevere tutte le cure necessarie e di poter accedere ad ambienti protetti in cui poter allattare comodamente.
In Italia sono attualmente riconosciuti 24 ospedali, 7 Comunità Amiche dei Bambini e 2 Corsi di Laurea Amico dell’Allattamento ed oltre 600 Baby Pit Stop UNICEF sul territorio nazionale.