Spazi sicuri per ragazze e donne: continua il lavoro della "Community of practice" nata per favorire la condivisione di buone pratiche
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Continua il lavoro della Community of practice (COP) dei Women and Girls Safe Space, la rete di organizzazioni attive nella promozione o nella gestione di spazi sicuri per donne e ragazze. La COP è nata a dicembre dello scorso anno con l’obiettivo di favorire occasioni di confronto tra le realtà coinvolte e la condivisione di buone pratiche. A guidare la sperimentazione – prima, nel suo genere, in Italia - l’UNICEF in coordinamento con il Centro Penc e con il supporto tecnico di International Rescue Committee.
In occasione del primo anniversario, a Roma si sono incontrate le organizzazioni della società civile impegnate nel settore.
Il 28 novembre dalle 10:00 alle 12:00, si terrà online l’open day della Comunità di Pratiche per presentare il modello degli Spazi Sicuri per Donne e Ragazze migranti e Rifugiate. Per registrarti clicca qui
Gli spazi sicuri per ragazze e donne (la cui siglia è SSRD) sono luoghi nati per garantire protezione e sicurezza, fisica ed emotiva, di donne e ragazze, in particolare di quelle con background migratorio.
“Tante sono isolate a casa per tanti motivi – racconta Miriam, mediatrice del Centro Penc a Palermo - Molte vengono qui per chiedere aiuto e reagire a situazioni di abusi e maltrattamenti. Quando arrivano, anche grazie alla mediazione culturale, è più facile abbattere le barriere e iniziare un percorso positivo”.
In questi spazi le donne possono accedere ad informazioni ed essere orientate ai servizi
Gli spazi sicuri sono posti dove è possibile incontrarsi, fare rete, condividere vissuti. Una delle caratteristiche che li accomuna è inoltre quella di proporre attività - quali laboratori di cucina, sartoria, sport, accompagnamento ai corsi di guida e servizi di appoggio alla cura dei/delle loro figli/e – necessarie per potenziare la sfera di sicurezza e autonomia delle donne nel contesto di accoglienza.
“Se tutte le donne che passano per il centro si fermano a lungo, vuol dire che l’obiettivo non è stato raggiunto, che lo spazio non sta funzionando. Per noi la vittoria è vederle andare via, indipendenti e consapevoli. Se riusciamo ad aiutarle a riempire i propri bagagli di nuove esperienze e mettere in pratica quello che abbiamo insegnato, vuol dire che lo spazio funziona” afferma Deborah, anche lei mediatrice del centro Penc.
La Community of Practice – che mette in rete queste realtà - nasce a seguito di un percorso formativo iniziato nel 2021 in cui è emersa la volontà comune di istituire uno spazio di confronto tra le organizzazioni partecipanti. Ognuna delle realtà aderenti alla comunità ha attivato negli anni metodologie e pratiche che si sono rivelate vincenti sia nel facilitare il lavoro all’interno di questi centri nella quotidianità che in contesti più emergenziali, ad esempio in zone di transito e di frontiera per fornire supporto specifico a mamme, donne e ragazze che affrontano lunghi viaggi, spesso esposte al rischio di sfruttamento e violenza.
Tra le organizzazioni aderenti alla COP l’UNICEF, l’International Rescue Committee, il Centro Penc, Ciac, Intersos, Save the Children, Tangram, Approdi, Laboratorio di Gruppo Analisi (LdG).
Info e contatti sulla brochure.