Speranze infrante, cuori spezzati. Le bambine afghane non tornano a scuola, neanche quest’anno

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04/09/2024

L’inizio dell’anno scolastico è un momento fondamentale nella vita di un bambino, l’inizio di un percorso importante per la sua educazione e la sua crescita. Per milioni di ragazze afghane però, da almeno quattro anni, l’inizio della scuola rappresenta un momento di preoccupazione e al contempo di attesa, perché con la pandemia prima e il divieto di frequentare la scuola secondaria dopo, l’accesso all’istruzione non è più un loro diritto. 

Questa doppia assenza sta avendo conseguenze devastanti sulla loro salute mentale e sul loro benessere.

Nelle righe che seguono diamo voce ai sogni da cui sono state strappate, al dolore della situazione presente e al futuro a cui ancora aspirano. 

Avevamo così tanti sogni su cosa saremmo diventate in futuro, la carriera che avremmo voluto intraprendere. Il divieto per le ragazze ci ha portato via tutto

Sharifa* (a sinistra), 15 anni, aiuta la sorella minore Madina*, 13 anni (a destra) con gli studi

Sharifa e Medina

Sharifa ha 15 anni, e aiuta la sorella minore Madina, di 13 anni, con gli studi. Entrambe sono fuori dalla scuola da quasi tre anni, da quando la legge che vieta alle ragazze maggiori di 12 anni di studiare è entrata in vigore.

"Da quando le scuole sono state chiuse, ho provato a studiare il più possibile a casa. Seguo i corsi per qualche ora e poi aiuto con le faccende domestiche" racconta Sharifa.

“Mi sento davvero demotivata e non riesco più ad apprezzare le cose che mi piacevano. Alcuni giorni sono così triste che riesco soltanto a piangere, pensando che l’unica chance per un futuro più stabile mi è stata portata via”.

“Ho perso i contatti con i miei compagni di scuola perché non li vedo da davvero tanto tempo”.

Saeeda*, 43 anni, guarda le sue figlie studiare a casa. Ha quattro figlie e tre figli maschi. Solo una di loro ha finito le scuole superiori.

“Mi rende davvero triste vederle mentre perdono la speranza"

Saeeda guarda rassegnata le sue figlie mentre studiano in casa: “Vorrei che tutti i miei bambini, specialmente le ragazze, finissero gli studi, perché ne avranno bisogno per il futuro” racconta. “Sono molto preoccupata per le mie figlie. Avranno una vita difficile senza la possibilità di finire la scuola”.

“Mi rende davvero triste vederle mentre perdono la speranza. Ho tre figlie fuori dalla scuola, sono diventate depresse in questi ultimi tre anni. Non sono più gioiose ed entusiaste come in passato, sono stressate e ansiose perché non sanno cosa il futuro ha in serbo per loro”.

Bibi Gul* ha dovuto interrompere gli studi in terza media

“Sono disperata e ho il cuore spezzato perché non posso più frequentare le lezioni. È una grossa perdita per le ragazze e le donne dell’Afghanistan. La nostra società ne soffrirà moltissimo, senza istruzione non saremo in grado di contribuire allo sviluppo del nostro paese".

"Sono cambiata molto negli ultimi tre anni. Mi sono subito sentita vecchia, come se la mia infanzia fosse finita”. “Quando sento la parola ‘scuola’ immagino un futuro luminoso. Essere escluse dalla scuola significa non poter più immaginare quel futuro” conclude.

Mi sono fidanzata di recente e la cosa peggiore è che i miei genitori non mi hanno nemmeno costretta, ho solo perso la speranza e non pensavo che avrei avuto la possibilità di realizzare i miei sogni. Ho accettato la proposta di matrimonio anche se il mio fidanzato è molto più grande di me. Non avrei accettato di sposarmi se avessi potuto scegliere di andare a scuola.

Bibi Gul, 17 anni

Ferzana, 13 anni, non mette piede in classe dallo scorso anno

“Per me scuola significa avere l’opportunità di diventare una persona utile per la mia famiglia e la società”racconta.

“Mi sento così triste quando vedo i ragazzi andare a scuola. Vorrei essere maschio, così potrei continuare a frequentare le lezioni, studiare e giocare con i miei amici. Se le ragazze non vanno a scuola, saranno analfabete per il resto della vita e si troveranno davanti a molte sfide.

"Quando mi sveglio al mattino, posso soltanto stare a casa ad aiutare mia madre con le faccende domestiche. Frequento un corso nelle vicinanze.”

Ferzana* guarda fuori dalla finestra di casa sua: "Mi sento così triste quando vedo i ragazzi andare a scuola".

Gulalay*: "Mi hanno detto di prendere marito, non c'è altro da fare per una ragazza"

Gulalay aveva 14 anni quando è entrato in vigore il divieto di frequentare la scuola secondaria. 

“Dopo la chiusura delle scuole, mi è stato detto di prendere marito perché non c’era altro da fare”, racconta. “Quando ho sentito queste parole, il mio cuore è andato in frantumi. Sono una bambina. Mi sento malissimo, non penso che qualcuno possa capire la situazione. La mia infanzia è finita”.

“Pochi anni dopo il matrimonio, mi sono ammalata e mio marito è emigrato, lasciandomi sola. La solitudine e le difficoltà finanziarie hanno reso la mia vita impossibile”.

“Ogni mattina prego che ci sia l’annuncio della riapertura delle scuole per le ragazze. Mi addormento sperando che al risveglio vedrò la fine di questa oscurità. Ogni anno, compro i libri e contatto i miei insegnanti. Mi danno ancora speranza”.

Non ho dimenticato quali erano i miei sogni. Leggo libri, scrivo la storia della mia vita e desidero fortemente che mia figlia riceva un’istruzione, così potrà diventare una giornalista.

Gulay adesso ha 17 anni ed è mamma di una bambina

Per saperne di più

L’istruzione solo è solo fonte di opportunità per bambine e ragazze. Le protegge dai matrimoni precoci, dalla malnutrizione e da problemi di salute, rafforzando al contempo la resilienza delle comunità ai disastri come inondazioni, siccità e terremoti che spesso affliggono l’Afghanistan.

L’UNICEF continua a lavorare sodo per aiutare i bambini in Afghanistan. Nel 2023 abbiamo permesso a 700 mila ragazzi e ragazze di accedere ai servizi per l’educazione con migliaia di classi di comunità, distribuendo materiali per l’insegnamento e per l’apprendimento.

L’UNICEF continua inoltre a supportare le donne che insegnano, essenziali per assicurare la partecipazione delle ragazze a scuola. Soprattutto le adolescenti.

*Sharifa e Medina, Bubu Gul, Ferzana e Gulalay sono nomi di fantasia, utilizzati per tutelare l'identità delle bambine/ragazze

04/09/2024

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