Striscia di Gaza, il Portavoce James Elder: "Guardate Khaled e Hannah. Pregate affinché siano ancora vivi tra qualche giorno"
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La pausa nei combattimenti ha dato un po' di respiro ai civili e ai bambini che per sei settimane sono stati esposti alla violenza indiscriminata e alle gravi violazioni nella Striscia di Gaza. Sebbene questa tregua sia stata indispensabile per raggiungere la popolazione e consegnare gli aiuti in sicurezza, non è ancora abbastanza per provvedere alle necessità degli oltre 1,8 milioni di sfollati e all'80% della popolazione colpita, di cui la metà è costituita da bambini.
Per sfruttare la finestra della pausa umanitaria, l’UNICEF ha potenziato le operazioni e i programmi e ha intrapreso tre missioni nel governatorato di Gaza nord.
James Elder, Portavoce UNICEF, lancia un disperato appello dall'ospedale Nasser di Khan Younis.
Non trovo modo per descrivere gli orrori che vivono i bambini di Gaza [...] Vi presento Khaled e Hannah. Per favore guardateli. E pregate affinché siano ancora vivi tra qualche giorno
James Elder all'ospedale Nasser di Khan Younis, mostra due piccoli pazienti
Per approfondire
Nello Stato di Palestina, oltre 3 milioni di persone hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria; più di due milioni solo nella Striscia di Gaza, la metà sono bambini. All'interno della Striscia migliaia di civili sono rimasti uccisi o feriti a causa delle violenze in atto, le abitazioni e le infrastrutture essenziali sono in rovina, le famiglie sono sfollate in scuole ed ospedali, anch’essi oggetto di attacchi militari indiscriminati. La popolazione è tagliata fuori dalle forniture di acqua, cibo, medicine e altri beni essenziali, compreso l'accesso sicuro agli ospedali.
La pausa nei combattimenti a Gaza, che ha permesso lo scambio di ostaggi tra le parti in conflitto, è stata indispensabile per potenziare la risposta umanitaria, ma non basta. La guerra deve finire e le uccisioni e le mutilazioni di bambini devono cessare.
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