Sudan, quasi 3 milioni di bambini nello Stato di Al Jazirah a rischio per l'escalation di violenza

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21/12/2023

L'UNICEF oggi ricorda che, secondo le notizie, a causa dell'escalation dei combattimenti nello stato di Al Jazirah in Sudan, almeno 150.000 bambini sono stati costretti a lasciare le proprie case in meno di una settimana. Con lo scoppio dei combattimenti ad Al Jazirah in più della metà degli stati del Sudan - 10 su 18 - si sta verificando un conflitto attivo.

Si stima che 5,9 milioni di persone vivano nello stato di Al Jazirah e circa la metà della popolazione sia composta da bambini. Dall'escalation del conflitto in Sudan lo scorso 15 aprile, circa 500.000 persone sono fuggite dalle violenze in altre parti del paese verso lo stato di Al Jazirah, con almeno 90.000 persone alla ricerca di rifugio nella capitale dello Stato Wad Madani.

"Decine di migliaia di bambini vulnerabili nello stato di Al Jazirah sono stati costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di sicurezza mentre i combattimenti scoppiavano in un'area precedentemente considerata relativamente sicura" - ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice Generale dell'UNICEF. "Questa nuova ondata di violenza potrebbe lasciare bambini e famiglie intrappolati tra le linee di combattimento o presi nel fuoco incrociato, con conseguenze fatali. Con le notizie di nuovi combattimenti in altre zone del Paese, milioni di bambini in Sudan sono ancora una volta in grave pericolo".

La città di Wad Madani è utilizzata come hub primario per molti servizi salvavita essenziali nello stato di Al Jazirah, compreso l'unico centro di dialisi renale nello Stato. La città attualmente ospita centinaia di bambini vulnerabili evacuati da altre parti del paese ed è stata utilizzata come hub per le operazioni umanitarie da quando i combattimenti sono iniziati ad aprile. Gli attacchi o l'interruzione di questi servizi potrebbero mettere a rischio nell'immediato le vite di migliaia di persone, compresi i bambini.

Sospese tutte le missioni umanitarie

L'escalation dei combattimenti ha portato alla sospensione di tutte le missioni umanitarie sul campo all'interno e a partire dallo Stato di Al Jazirah dal 15 dicembre, con ulteriori conseguenze su bambini e famiglie.

"I nostri colleghi in Sudan hanno ascoltato storie agghiaccianti di viaggi strazianti che donne e bambini sono stati costretti a fare solo per raggiungere la sicurezza della città di Madani", ha aggiunto Russell. "Ora, anche quel fragile senso di sicurezza è andato in frantumi, poiché quegli stessi bambini sono stati nuovamente costretti a lasciare le loro case. Nessun bambino dovrebbe vivere gli orrori della guerra. I bambini e le infrastrutture civili su cui fanno affidamento devono essere protetti".

Anche prima dell'ultima escalation a Madani, più di 3 milioni di bambini erano stati costretti a fuggire da violenza diffuse in cerca di sicurezza, cibo, acqua, rifugi, protezione, opportunità per l'istruzione e centri sanitari - la maggior parte sono rimasti in Sudan - mentre centinaia di migliaia si sono rifugiati in campi improvvisati nei Paesi limitrofi. Questo fa del Sudan la più grande crisi di sfollamento di bambini al mondo.

Bisogni umanitari maggiori delle risorse disponibili

Negli ultimi 9 mesi, l'UNICEF con i suoi partner ha lavorato per fornire assistenza salvavita a più di 6 milioni di bambini in Sudan e nei paesi vicini, che comprende acqua, salute, nutrizione, spazi sicuri e istruzione. Tuttavia, mentre l'entità dei bisogni umanitari continua a superare le risorse e i finanziamenti disponibili, un ulteriore sostegno, insieme a un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per fornire aiuti salvavita, è fondamentale.

L'appello umanitario dell'UNICEF per il Sudan per quest'anno rimane finanziato solo per il 27%. L'UNICEF ha bisogno di 840 milioni di dollari nel 2024 per sostenere e aumentare i servizi salvavita e di resilienza per quasi 8 milioni di bambini sudanesi più vulnerabili.

L'UNICEF continua a chiedere un cessate il fuoco immediato in tutto il Sudan e ribadisce l'invito a tutte le parti in conflitto a rispettare il diritto internazionale umanitario e i diritti umani - anche garantendo la protezione dei bambini - e a facilitare un accesso umanitario rapido, sicuro e senza ostacoli ai bambini e alle famiglie nelle aree colpite. In assenza di tale accesso, milioni di bambini vulnerabili non potranno usufruire di aiuti umanitari fondamentali per la loro vita.

21/12/2023

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