Un nuovo inizio per Mamajang: la vita in famiglia è diversa

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22/11/2021

Mamajang e sua nonna adottiva Maria stanno preparando il pranzo e si prendono in giro a vicenda mentre cucinano. Mamajang vorrebbe che la nonna aggiungesse alcune spezie del suo paese natale, il Gambia, alla sua pasta, ma lei ride e si attiene alla sua ricetta tradizionale. Hanno stretto un legame speciale.

"Io e lui andiamo molto d'accordo. Ieri mi ha chiesto: 'Mi vuoi bene nonna?' e io gli ho risposto: 'Sì, ti voglio tanto bene. E tu?" "Anche io", ha detto sorridendo.  

I genitori adottivi di Mamajang, Mauro e Desjrè, li raggiungono nella cucina del loro appartamento a Montecchio Maggiore, una cittadina medievale nella campagna del nord-est italiano, dove si siedono tutti per il pranzo di famiglia a base di tagliatelle al ragù.

"Mamajang si fida molto della sua nonna adottiva. L'altro giorno le ha chiesto un consiglio su cosa indossare, altrimenti non sarebbe uscito di casa", racconta Desjrè. 

Prima di trasferirsi a Montecchio, la vita di Mamajang era molto diversa

Nel 2016, il tredicenne Mamajang è diventato uno delle migliaia di minori stranieri non accompagnati che sono fuggiti dai conflitti e dalla povertà nei loro Paesi d'origine.  Sperando in migliori opportunità, ha affrontato il pericoloso viaggio verso l'Italia. Ha attraversato l'Africa occidentale, il deserto del Sahara e la Libia.

La Libia era la tappa più difficile, nonché l'ultima prima di raggiungere la Sicilia, uno dei principali punti di ingresso in Europa.

"Molte persone in Libia vengono catturate e detenute, picchiate, o sono costrette a fare lavori molto duri per pochi soldi. Molti cercano di venire in Europa, alcuni ci riescono, altri no. Molti muoiono mentre cercano di venire qui. Mi considero estremamente fortunato di essere qui oggi" ha detto.

Quando è arrivato a Palermo, la città più grande della Sicilia, è stato ospite di un centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, dove ha passato quasi due anni.

"Pensavo che non sarei mai riuscito a imparare l'italiano, era una lingua molto diversa e sconosciuta per me". Su consiglio di un altro ragazzo del Gambia, Mamajang ha iniziato a frequentare giovani egiziani e ragazzi di altri luoghi.

"Eravamo costretti a usare l'italiano come lingua comune, altrimenti non ci saremmo capiti".  

C'è una grande differenza tra vivere in un centro di accoglienza e con una famiglia. Quando sei nel centro ci sono tante persone e il sostegno non è solo per te ma per tutti. Quando hai 18 anni te ne vai. È una soluzione temporaneo e il futuro è incerto. In famiglia, invece, ti senti a casa, vai a scuola e ti senti protetto.

Mamajang sull'esperienza con la famiglia affidataria

Nel 2019 attraverso il programma Terreferme è iniziato il percorso in famiglia per Mamajang

Nel 2019, attraverso il programma Terreferme, attuato nell'ambito dell'azione preparatoria del Child Guarantee europeo per la salvaguardia dei minori vulnerabili, è iniziato il suo percorso in famiglia affidataria. Si è trasferito in un piccolo paese del Nord Italia per vivere con Desjrè e Mauro. 

Nel 2018, prima che la coppia si sposasse, Desjrè aveva visto un volantino in una bacheca del centro città, che cercava famiglie affidatarie per ragazzi migranti non accompagnati. Lo portò a casa e lo mostrò a Mauro.

"Una volta una persona cara ci ha detto che con tutte le cose belle della vita si agisce prima, si pensa dopo". Ricorda Desjrè.

È esattamente quello che hanno fatto, partecipando insieme al primo incontro, ascoltando le storie e convincendosi che il programma di affido sostenuto dall'UNICEF fosse la strada giusta per loro. 

A settembre 2021, erano oltre 9.600 i minori migranti non accompagnati in Italia.  Oggi, il Child Guarantee sta pilotando questo programma di affido familiare in Italia per sostenere l'inclusione di giovani migranti come Mamajang, fornendo loro un ambiente familiare sicuro. Il pilota sta testando e ampliando il lavoro iniziato nel 2018, con il progetto "Terreferme" che sviluppa una solida rete di famiglie affidatarie, sostenuto dall'UNICEF e dal Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (CNCA), una rete italiana di comunità di accoglienza e assistenza che sostiene il benessere sociale.  

Iniziare una nuova vita non è sempre facile. Con la famiglia e gli amici però è diverso

"All'inizio ti sembra di iniziare una nuova vita, ma dopo un po' ti rendi conto che tutto va bene, cominci a incontrare amici e li inviti a giocare o a uscire insieme", dice Mamajang. "Ora capisco come funzionano le cose. Era anche la prima volta che andavo alla scuola secondaria e c'erano molte materie. Ho avuto difficoltà ad ingranare. Ora sta andando bene". 

Oltre alle materie del curriculum, Mamajang sta imparando il francese e il cinese e sogna di diventare un pilota.
"È un sogno enorme. Devo prima finire la scuola e poi deciderò. Per ora mi limito a studiare". 

Mamajang riceve anche sostegno da Angelina, l'assistente sociale assegnata alla famiglia, che incontra Mamajang e i suoi genitori ogni due settimane. Per esempio, parla con loro individualmente e li mette in contatto con i servizi di supporto che offrono consulenza legale, istruzione e assistenza sanitaria. 

Anche se Mamajang si sente molto accettato e integrato nella comunità, ci sono ancora delle sfide nell'essere genitori affidatari di un ragazzo adolescente; sfide che Desjrè e Mauro non devono affrontare da soli.

"C'è un'intera rete di supporto, come altre famiglie, tutori e servizi sociali. Stiamo camminando tutti insieme verso un unico obiettivo, dove c'è l'amore di Mamajang per noi e quello degli altri ragazzi per le altre famiglie. C'è un ritorno emotivo molto forte". 

C'è anche uno scambio culturale, ed è soprattutto attraverso il cibo che Mamajang ha potuto esprimere chi è e condividere momenti più intimi. Ad aprile ha celebrato l’Eid al-Fitr, la fine del Ramadan, con una grande cena che ha cucinato da solo, per la sua famiglia adottiva. "Non era così grande come a casa. Non è come in Gambia, dove tutti sono musulmani. Ma ci siamo comunque divertiti molto", ha detto Mamajang. 

Mentre Mamajang e nonna Maria lavano i piatti insieme dopo il pasto in famiglia, Mauro riflette: "Ho sempre avuto l'idea che in queste situazioni sei tu a dare e che non ricevi nulla in cambio" commenta Mauro. “Ma invece abbiamo ricevuto molto in molti modi ed è una grande gioia". 

I modelli di affido

Le lezioni apprese dall'esperienza di Mamajang contribuiranno a rafforzare questi modelli di affido specializzato nel sistema tradizionale di assistenza all'infanzia in Italia, oltre a fornire informazioni preziose per sostenere le competenze degli operatori in prima linea.

Inoltre, la documentazione delle buone pratiche sull'affido sosterrà la legislazione e la diffusione all'interno del sistema nazionale. Il Child Guarantee, adottato all'unanimità dal Consiglio nel giugno 2021, mira a prevenire e combattere l'esclusione sociale garantendo l'accesso dei bambini in difficoltà a una serie di servizi chiave: istruzione e cura della prima infanzia, istruzione (comprese le attività scolastiche) e assistenza sanitaria. 

22/11/2021

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