Un passato di vulnerabilità, tre idee innovative sull'inclusione grazie a UPSHIFT
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Shakil, Pretty e Adele sono tre giovani che hanno due cose in comune: da una parte un passato di vulnerabilità, dall’altra il percorso in Italia che li ha visti protagonisti di UPSHIFT, il programma di educazione all’imprenditorialità realizzato da UNICEF in collaborazione con JA Italia.
Nel corso di UPSHIFT, ragazze e ragazzi si sono confrontati sui problemi delle comunità in cui vivono e hanno sperimentato soluzioni innovative a impatto sociale.
Carta vincente del percorso: la multiculturalità del gruppo, che spinge ad aprirsi nei confronti degli altri, e a valorizzare idee che mettono in risalto il diverso patrimonio culturale dei partecipanti, necessità e aspirazioni.
Haladar Shakil, Pretty, Adele: le loro storie e le loro idee
Haladar Shakil viene dal Bangladesh, ha 17 anni. Il ragazzo ha partecipato al percorso di UPSHIFT proponendo “Mani Sapienti”, un network per connettere gli artigiani migranti in tutto il mondo.
La sua decisione non è solo un tributo alla ricchezza culturale del suo Paese d’origine ma anche un modo per promuovere l’inclusione sociale attraverso l’arte.
Pretty, anche lei bengalese, propone invece “Sweet Home”, una app che mette in contatto giovani migranti con chi è pronto ad accogliere senza guardare al colore della pelle, al genere, alla provenienza, alla religione.
Adele, pensando alle difficoltà incontrate da quando è arrivata, ha invece deciso di creare un’agenzia di consulenza digitale per dare informazioni e orientamento a chi sta iniziando un nuovo percorso nel nostro Paese.
Per approfondire
Queste sono alcune delle storie che l’UNICEF incontra grazie al percorso UPSHIFT. Il programma è stato inserito tra i modelli che saranno sperimentati nell’ambito del Child Guarantee, per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale di bambini e adolescenti in condizioni di vulnerabilità.