UNICEF e sport

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16/06/2009

I bambini riescono a giocare ovunque: nei luoghi adibiti al gioco, a scuola, a casa; sia nei paesi sviluppati, che in quelli più poveri. I materiali più semplici - acqua, cartone, legno, pentole e coperchi - possono aiutarli a sviluppare il linguaggio e le capacità analitiche e decisionali.I genitori, i parenti e le altre persone che si prendono cura dei bambini hanno un ruolo fondamentale nel far sì che il gioco diventi parte dell'apprendimento e dello sviluppo del bambino.


In Iran scivoli, altalene ed altri giochi all'aperto hanno dato un sollievo temporaneo ai bambini traumatizzati dal grave terremoto che ha colpito la città di Bam, nel dicembre 2003. Il sisma ha provocato 45.000 vittime e reso orfani oltre 2.000 bambini. Sono stati organizzati dei centri di accoglienza per la prima infanzia, per dare un sostegno fisico e psicologico ai bambini colpiti. La giusta combinazione tra racconti di favole, attività artistiche, educazione all'igiene personale, attività sportive ed esercizi di rilassamento ha aiutato enormemente i bambini a tornare alla normalità.


Sopravvivere e crescere sani

I giochi sportivi, i festival e gli atleti popolari hanno il potere di radunare grandi folle e di attirare l'attenzione di molte persone, molto più di quanto i servizi sanitari riescano a fare, specialmente per le popolazioni delle zone rurali e remote. Gli eventi sportivi possono essere utilizzati per promuovere stili di vita sani; per sottolineare i vantaggi dell'esercizio fisico e di un'igiene adeguata; per mettere in guardia sui rischi per la salute che procurano l'alcol, il fumo, le droghe; per salvare vite. Le manifestazioni sportive, di conseguenza, offrono l'occasione per vaccinare bambini, fornire zanzariere, distribuire integratori vitaminici.
Un'importante partnership è sorta tra l'UNICEF e la ATP al fine di mettere la notorietà ed il potere del tennis al servizio della salute, dell'educazione e della protezione dei bambini del mondo. Dall'aprile del 2006 il campione Roger Federer è divenuto Goodwill Ambassador dell'UNICEF. Come fuoriclasse del tennis, Federer ha dimostrato un grande impegno nella difesa dei diritti dei più svantaggiati. Nel 2003 ha fondato la Roger Federer Foundation per il finanziamento di progetti a beneficio di bambini poveri (in primo luogo in Sud Africa, dove è cresciuta sua madre) e per promuovere lo sport tra i giovani.

In Zambia l'UNICEF, in collaborazione con l'ONG Right To Play, ha reclutato alcuni atleti ambasciatori (tra cui il famoso calciatore dello Zambia Kalusha Bwalya) affinché sostenessero la Campagna nazionale contro il Morbillo nel giugno 2003, una delle più grandi campagne sanitarie nella storia di questo paese. Quasi 5 milioni di bambini dai 6 mesi ai 14 anni sono stati vaccinati contro il morbillo grazie a questa iniziativa.
In alcune zone, in occasione delle vaccinazioni, sono state istituite postazioni di gioco dove i bambini hanno svolto attività ludico-educative incentrate sull'importanza dell'immunizzazione. I media locali hanno trasmesso motivi pubblicitari e spot televisivi. Tale campagna ha fatto parte di un più ampio impegno globale per dimezzare il numero dei decessi causati dal morbillo entro il 2005.

In Ghana, a Nungua-Zongo, il 6 novembre del 2006 è stato un giorno molto importante per moltissime famiglie: grazie ad una campagna per la promozione della salute dei bambini, promossa dall'UNICEF e sostenuta dalla campionessa di tennis statunitense Serena Williams, sono state effettuate vaccinazioni contro alcune delle malattie letali per l'infanzia. Sono state inoltre distribuite zanzariere per prevenire la malaria. La Williams si è recata personalmente in Ghana e, unendosi ad un gruppo di volontari, ha dato il suo contributo per il successo della campagna.
Nungua-Zongo è stato uno dei 9.500 punti di vaccinazione stabiliti in tutta la nazione per immunizzare circa 6 milioni di bambini contro il morbillo e la polio, somministrare altrettanti integratori di vitamina A, distribuire 2 milioni di zanzariere trattate con insetticida a tutte le famiglie con bambini al di sotto dei due anni. Oltre a questi servizi, 500.000 bambini in tre regioni del nord del paese sono stati sverminati.

In India le star del cricket, alcuni ex capitani e commentatori hanno promosso la vaccinazione antipolio negli spot televisivi, durante competizioni ed eventi, in particolare nello Stato di Uttar Pradesh, il più colpito dalla malattia. Tale campagna, fissata volutamente in concomitanza con la Coppa del Mondo di Cricket del 2003, ha raggiunto un pubblico molto vasto, dal momento che tutti gli appassionati di questo sport stavano guardando il televisore.
La squadra di cricket dell'India, anche nelle settimane precedenti la Coppa del Mondo, ha dedicato il proprio tempo a dare una spinta vitale alla Campagna Nazionale per l'eliminazione della polio incitando i propri fan a "lanciare fuori" dal paese questa minaccia.

L'anno successivo, durante la finale del campionato tra India e Pakistan, i due rispettivi capitani - Rahul Dravid e Inzamam-ul-Haq - hanno messo da parte le proprie rivalità prima della partita: sul campo, i due idoli sportivi si sono tenuti per mano assieme ai bambini per sostenere l'impegno per l'eliminazione della polio nei due paesi.

In Marocco, dove i disturbi da carenza di iodio colpiscono 2 milioni di abitanti, gli atleti olimpionici visitano le scuole, parlano agli studenti del fabbisogno di iodio e mostrano come usare i kit per il test del sale. I bambini sono incoraggiati ad eseguire il test da soli e ad informare le proprie famiglie sui benefici del sale iodato. Poiché gli atleti sono dei modelli di comportamento straordinari, si prevede che il progetto non solo aiuti a prevenire le invalidità tra gli studenti e le relative famiglie, ma incoraggi i bambini e gli adolescenti a partecipare in prima persona alla soluzione di questo grave problema sanitario all'interno delle loro comunità.

In Tagikistan l'UNICEF ha concluso un accordo con l'Associazione Mini Futball tagica, la quale prevede l'organizzazione di partite di calcio in tutto il paese e di un concerto per sensibilizzare su una campagna di vaccinazione di massa contro il morbillo. Nel 2003 il Ministero dell'Istruzione e la Federazione Tagica di Calcio hanno organizzato tornei che hanno coinvolto 800 scuole del paese. La competizione amichevole ha riunito bambini, adolescenti, famiglie e comunità, ha sensibilizzato sull'igiene e le misure igieniche adeguate.La finale del campionato si è disputata a Dushanbe, in occasione del Forum sull'Acqua dei bambini tagichi.

Guarire dopo i conflitti e le emergenze

In assenza di strutture scolastiche formali, lo sport, il divertimento ed il gioco possono diventare un modo di educare i bambini durante e dopo i conflitti e le emergenze. Attività sportive e ricreative, svago e ricreazione aiutano i giovani a guarire e a ricominciare, a riabilitare i bambini traumatizzati, a reintegrare gli ex bambini soldato nella società, nonchè a ricreare lo spirito di collaborazione.

In Sudan, nella città meridionale di Juba, l'UNICEF - in collaborazione con l'organizzazione non-governativa Right To Play - ha introdotto il programma "SportWorks". Più di due decenni di guerra civile hanno lasciato i bambini malnutriti, orfani e traumatizzati. Il proposito del progetto è quello di introdurre il gioco e l'attività fisica nei programmi scolastici. Gli insegnanti della scuola elementare e dell'infanzia che hanno aderito a "SportWorks", si concentrano su cinque fattori: la mente, lo spirito, il corpo, la cooperazione sociale e la salute. Altri allenatori di circoli sportivi sono stati addestrati a lavorare con gli adolescenti ed i giovani usando gli stessi principi di sviluppo infantile, ma con una maggiore enfasi sulla pallamano, la pallacanestro, il calcio, la pallavolo e l'atletica. Sia gli insegnanti che gli allenatori addestrano poi i loro pari, in modo da moltiplicare gli effetti del sistema.

In Colombia, il progetto "Calcio per la Pace" è il frutto di una collaborazione tra l'Alto Commissariato per la Pace, il Programma per i Giovani della Colombia, i Ministeri ed il settore privato. Alcuni spazi pubblici sono stati recuperati e trasformati in campi di calcio per promuovere la tolleranza e la risoluzione dei conflitti. Il progetto aiuta la comunità a capire che tutti i bambini - compresi i bambini soldato e gli ex bambini soldato - hanno dei diritti e che nessuno dovrebbe mai essere emarginato. Per promuovere l'uguaglianza tra i sessi, bambine e bambini giocano nella stessa squadra; i goal sono validi solamente se nell'azione tocca la palla almeno una bambina. Nel 2003 circa 20.000 bambini e adolescenti tra 11 e 22 anni e 5.000 allenatori di 50 Comuni hanno partecipato al progetto dell'UNICEF. E' stato stimato che i messaggi di pace raggiungono oltre 50.000 persone in Colombia.

La Sierra Leone è stata sconvolta da 11 anni di conflitti, i quali sono stati la causa del trasferimento di oltre metà della popolazione, di un grave dissesto dell'attività economica e della distruzione della gran parte delle infrastrutture del paese. Per aiutare i rimpatriati, gli sfollati e le comunità a ricostruire le proprie vite, l'UNICEF e Right To Play, in collaborazione con altri partner tra cui il Comitato Internazionale di Soccorso e Enfants Réfugiés du Monde, hanno realizzato alcuni programmi basati sulle attività sportive ed il gioco. Sono stati addestrati allenatori - che a loro volta hanno preparato altri istruttori ed insegnanti - per coinvolgere il maggior numero di bambini possibile in attività ricreative e di svago.

Nei Territori Palestinesi Occupati le restrizioni sulla mobilità e la mancanza di sicurezza limitano fortemente le possibilità dei giovani di apprendere, giocare, socializzare o partecipare alle attività sociali e culturali. Il calcio, la corsa, la pallavolo, la pallacanestro ed il ping-pong sono praticati in molte scuole come mezzo per offrire spazi sicuri per il gioco ed opportunità ricreative a migliaia di adolescenti. Allenatori che hanno ricevuto una formazione speciale aiutano i giovani ad utilizzare lo sport per sfogare lo stress e le frustrazioni, per esprimere le proprie opinioni, per partecipare allo sviluppo delle proprie comunità.
In queste zone, lo sport è stato anche associato all'iniziativa "Città Amiche delle Bambine e dei Bambini". Uno degli obiettivi è la creazione di aree di gioco sicure, come parchi attrezzati o spazi sicuri riservati alle attività ricreative nelle comunità. Inoltre, in ciascuna città amica sono stati eletti giovani rappresentanti (dai 12 ai 16 anni) per i consigli comunali dei bambini. I consigli, che hanno dato allo sport a allo svago la massima priorità, offrono agli adolescenti la possibilità di partecipare ad una valutazione dei bisogni di tutti gli abitanti della città e alla pianificazione e realizzazione delle attività che aiutano a migliorare la vita della comunità.

16/06/2009

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