UNICEF Stati Uniti: stop alle separazioni delle famiglie alla frontiera con il Messico

3 minuti di lettura

29/05/2018

30 maggio 2018 – L’UNICEF chiede al governo degli Stati Uniti di rivedere urgentemente le sue strategie per la protezione dei minorenni al confine con il Messico: i bambini che arrivano qui alla ricerca di protezione e in fuga da violenza e povertà - si legge in un comunicato stampa diffuso oggi - non devono essere puniti per questo.

Dall'ottobre scorso circa 700 minori, fra cui 100 bambini sotto i 4 anni, sono stati separati dai propri genitori alla frontiera sud-occidentale, secondo quanto rivela l'Ufficio per i rifugiati del Dipartimento per la salute e i servizi umani degli Stati Uniti.

[Aggiornamento del 15 giugno 2018: secondo quanto reso noto dal suddetto Ufficio, dal 19 aprile al 31 maggio 2018  sono stati 1.995 i minorenni separati da 1.940 genitori. In un caso, un bambino di appena 4 mesi è stato separato dalla mamma che lo stava allattando.]

In questo modo, famiglie in fuga dalla violenza politica o dalle gang in Honduras, Guatemala o El Salvador si trovano ad affrontare l'ulteriore dramma di perdere i propri figli mentre rischiano la loro vita per proteggerli!

"Chiediamo ai nostri rappresentanti politici di porre fine alla separazione dei bambini dai genitori come tattica deterrente contro l'immigrazione. La separazione dalla famiglia rende i minorenni ancora più esposti al rischio di sfruttamento e abuso, indipendentemente dal contesto in cui vengano a trovarsi", si legge nella nota diffusa da UNICEF Stati Uniti. 

"Queste traumatiche separazioni provocano su bambini e adolescenti un terribile stress emotivo, che può avere conseguenze profonde sul loro sviluppo e aumentare il rischio di malattie psicologiche fino all'età adulta" prosegue la nota.

Gli Stati Uniti hanno storicamente trattato l'immigrazione come un illecito civile, anziché come un reato penale, e di norma non hanno operato la separazione dei figli dai genitori quando questi ultimi se ne sono resi responsabili.

Ma quando all'inizio di maggio il Procuratore Generale Jeff Sessions ha annunciato una politica di "tolleranza zero" per scoraggiare i cittadini centramericani dal tentare di entrare clandestinamente negli USA, la strategia è stata applicata in modo metodico ai genitori che migrano insieme ai figli.

«I bambini devono essere definiti solamente per l'età che hanno, non in base alla loro provenienza. Indipendentemente dallo status migratorio, i bambini sono prima di tutto bambini ed è necessario trattarli in quanto tali» afferma Caryl Stern, Presidente di UNICEF USA. «I bambini non hanno alcuna responsabilità per le divisioni politiche del nostro mondo. Ogni bambino che ho incontrato, di qua o al di là dei nostri confini e ovunque nel mondo, desidera solamente essere al sicuro e avere la speranza di un futuro migliore.»
 
UNICEF USA ha lanciato un appello per la protezione dei bambini migranti al confine tra Messico e Stati Uniti nel gennaio e poi nel marzo dello scorso anno.
 
A febbraio 2018 ha inviato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kirstjen Nielsen esortandola a mantenere i bambini insieme ai loro genitori. 

"Rinnoviamo questa richiesta ancora oggi. Abbiamo bisogno di evitare che i bambini in transito vengano separati dalle loro famiglie e di procedure per la riunificazione più rapide.

Dobbiamo inoltre garantire che i minorenni che migrano da soli siano posti in sicurezza e ricevano informazioni durante tutto l'iter che li riguarda. Esortiamo i nostri rappresentanti politici a porre fine alle  pratiche dannose e a mettere i bambini al primo posto."

29/05/2018

News ed Aggiornamenti