Yasmine: “Mia sorella è la mia eroina. Mi ha salvato dalle mutilazioni genitali”
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In passato, nelle favole per bambini, c'era lo stereotipo della bella fanciulla in difficoltà che aspettava di essere salvata dal principe azzurro sul suo cavallo bianco. Queste storie erano il riflesso di una società in cui le bambine e le donne non potevano esprimere sé stesse, esplorare le proprie potenzialità o essere abbastanza indipendenti da prendere decisioni sulla propria vita e sul proprio futuro.
Oggi le cose sono cambiate. Il cambiamento si riflette anche nei film che presentano eroine femminili che salvano se stesse e i loro cari. Aiutare le bambine e le ragazze ad emanciparsi e proteggerle dalla violenza è uno dei mandati chiave dell’UNICEF.
Tra le forme più diffuse di abuso sulle donne ci sono le Mutilazioni Genitali Femminili.
Nell’Egitto meridionale, la zona dove abbiamo raccolto questa storia, l’UNICEF aiuta il Governo a combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili, dal 2003. Attraverso la partnership con USAID abbiamo avviato il progetto "Creating an Enabling Environment for Adolescent Girls in Egypt" per affrontare le il fenomeno delleMGF e la protezione e all'empowerment delle ragazze a rischio.
In Egitto, le mutilazioni genitali femminili sono ufficialmente vietate dal 2008. Nonostante ciò, è ancora altissimala percentuale di bambine e ragazze che vi sono sottoposte
La storia di Yasmine
Yasmine ha 12 anni e vive nel villaggio di Kom Abu Sheil nel governorato di Asyut. La mattina va a scuola e al ritorno di ritorno passa per i campi della sua famiglia per dare da mangiare agli animali.
La sua vita tranquilla è turbata da un ricordo spaventoso, che risale a quando aveva 7 anni e sua sorella Aya è stata sottoposta alla mutilazione genitale.
Aya oggi ha 22 anni, è una ragazza serena come sua sorella, ma più decisa riguardo alle proprie convinzioni. Ha superato il suo vissuto traumatico perseguendo un obiettivo più grande. A soli 10 anni, sua madre ha voluto sottoporre la figlia al “taglio”, praticato da un’ostetrica chiamata a casa.
Quando una bambina è sottoposta alla MGF nella propria casa, in genere i genitori cercano di tenere la sorella più piccola in un’altra stanza per impedirle di vedere cosa stia succedendo. Ma questo non impedisce alle urla di arrivare anche nell’altra stanza.
Yasmine era piccola in quel periodo, ma si ricorda molto bene quello che è successo, a causa delle mie urla e la preoccupazione di tutta la famiglia per il sanguinamento avvenuto dopo.
Sottoposta di fatto a un intervento chirurgico senza alcuna protezione medica, Aya ha avuto una pericolosa emorragia, come accade a molte ragazze. Su questa sofferenza ha basato la sua battaglia per convincere la famiglia affinché Yasmine non subisca la stessa sorte.
Non è stata una battaglia facile. “Quando è toccato a Yasmine, mi sono messa contro mia madre e le ho ricordato cosa fosse successo a me. Le ho detto che Yasmine, essendo più fragile di me, sarebbe potuta morire. Per due anni è stata mi ha dato retta, fino a quando le altre donne hanno iniziato a criticarla per non avere ancora sottoposto la figlia al “taglio”.
Mia madre ha cominciato a dubitare, così io sono ricorsa alla religione, dicendole che le mutilazioni genitali femminili non sono approvate dall’Islam. Non sto proteggendo solo Yasmine, ma tutte le ragazze”.
Lavorando in una farmacia, Aya ha assistito a molti casi di emorragie provocate dalle MGF. Ha provato a dire ai genitori che acquistano medicinali antidolorifici di non fare lo stesso errore con le altre figlie.
“Alcune persone capiscono guardando quello che succede alle figlie maggiori” racconta Aya.
Vorrei seguire i passi di mia sorella, finire la scuola e trovare un lavoro. Vorrei lavorare anche quando sarò sposata e avrò dei figli.
Yasmine non è sicura di cosa le succederà. Spera di potersi occupare della fattoria e dei suoi animali, qualsiasi cosa farà in futuro. Guarda a sua sorella maggiore che si è diplomata, ha trovato un lavoro ed ha acquisito la capacità di esprimersi, sostenere le sue idee e difendere gli altri.
Le due sorelle frequentano i seminari organizzati dall’Associazione per l'Infanzia e lo Sviluppo di Assiut (ACDA), una ONG che da anni collabora con l'UNICEF per contrastare la pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili, in 76 villaggi di sei regioni dell'Asyut. Questa partnership è fondamentale per la mobilitazione della società a sostegno di un cambiamento sociale contro le MGF. Un crescente numero di famiglie oggi dichiara di aver abbandonato le MGF.
Per dare valore al coraggio di ragazze come Aya e Yasmine che si schierano contro le mutilazioni genitali femminili, l’associazione organizza gruppi giovanili che aiutano a sensibilizzare le famiglie nei villaggi, informarle e offrire un supporto alle ragazze a rischio mutilazione.
Per approfondire
Oltre 230 milioni di ragazze e donne in tutto il mondo hanno subito mutilazioni genitali femminili, ovvero la rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili per ragioni non mediche. La MGF è una violazione dei diritti umani delle ragazze e delle donne.
I dati disponibili mostrano che la pratica è altamente concentrata in una fascia di paesi dalla costa atlantica al Corno d'Africa, in aree del Medio Oriente come Iraq e Yemen e in alcuni paesi dell'Asia come l'Indonesia, con ampie variazioni nella prevalenza. La pratica è quasi universale in Somalia, Guinea e Gibuti, con livelli del 90 percento o superiori, in Egitto l'89%.
Accanto ai rischi della pratica "domestica", di recente l'UNICEF ha segnalato la tendenza maggiore alle mutilazioni medicalizzate (ovvero effettuate da personale medico, in ospedale), nata anche come reazione alla crescente opposizione alle MGF a livello globale.
Negli ultimi 20 anni, nei paesi a maggiore prevalenza del fenomeno la percentuale di ragazze e donne che vogliono la cessazione della pratica è raddoppiata. L'opposizione è più intensa tra le adolescenti che non fra le donne adulte. In Egitto, Sierra Leone e Guinea, ci sono almeno il 50% di probabilità in più che le ragazze si oppongano alle MGF, rispetto alle donne adulte.