HIV e AIDS
Nonostante i progressi nello sforzo globale per porre fine ad HIV e AIDS, bambini e adolescenti continuano a essere lasciati indietro. La maggior parte di loro contrae il virus dell’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o tramite l’allattamento al seno, e sono ancora troppo pochi quelli con l'HIV in grado di accedere a test e terapie salvavita. Come risultato, centinaia di bambini e adolescenti continuano a morirne ogni giorno, con l’Africa che registra la maggior parte dei nuovi casi di HIV, dove 9 casi su 10 tra i giovani di 15-19 anni riguardano le ragazze.
Per interrompere il circolo vizioso delle nuove infezioni e dei decessi, i bambini, le loro madri e gli adolescenti devono essere sottoposti al test per l'HIV e alle relative terapie mediche. Una priorità assoluta per l'UNICEF è quella di affrontare i fattori strutturali - povertà, mancanza di istruzione e violenza - che espongono molte persone, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne, al rischio di contrarre l'HIV.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Alleanza Globale per porre fine all’AIDS - lanciata dall’OMS e dall’UNICEF per dare nuovo impulso all'agenda sull'HIV pediatrico - nonostante i progressi compiuti nella riduzione dei casi da HIV tra i bambini e delle morti legate all’AIDS risulta urgente ampliare i servizi contro l’HIV nei paesi più colpiti, per porre fine all’AIDS entro il 2030.
2,4milioni
bambini e adolescenti affetti da HIV
250mila
nuovi contagi da HIV tra bambini e adolescenti
90mila
bambini e adolescenti morti per l'AIDS
Ogni giorno 250 bambini e adolescenti morti per l'AIDS
Secondo gli ultimi dati rilasciati per il 2023, circa 250.000 nuovi casi di HIV sono stati registrati tra bambini e adolescenti, portando il numero totale a 2,4 milioni a livello globale. Nello stesso periodo, oltre 90.000 hanno perso la vita a causa dell’AIDS, 250 ogni giorno, il 73% dei quali bambini d'età inferiore ai 10 anni.
Per la Giornata mondiale contro l'AIDS, l'UNICEF evidenzia come bambini e adolescenti affrontino lacune significative nell’accesso a test e terapie: se il 77% degli adulti con HIV ha accesso a terapie, solo il 57% dei bambini sotto i 14 anni e il 65% degli adolescenti tra 15 e 19 anni vi hanno accesso.
Le ragazze continuano a sopportare il peso maggiore dell'HIV: nel 2023, 96.000 ragazze e 41.000 ragazzi tra i 15 e i 19 anni hanno contratto l'HIV, con 7 dei nuovi contagi su 10 tra gli adolescenti che sono avvenuti tra le ragazze, che faticano ad accedere a servizi di prevenzione e supporto su misura, in particolare nell'Africa Sub-sahariana.
Dall'HIV/AIDS non si guarisce e non esiste vaccino: può essere prevenuto adottando comportamenti adeguati. Le persone che contraggono il virus HIV, divenendo sieropositive, non sono malate di AIDS: solo in assenza di terapie adeguate sono destinate a contrarlo. Le ragazze sono le più a rischio, in parte per le disuguaglianze di genere e la mancanza d’accesso a programmi di prevenzione dell'HIV e di salute sessuale e riproduttiva.
Il grafico rileva un calo delle infezioni da HIV nei bambini, con 120.000 nuovi casi tra bambini con meno di 14 anni registrati nel 2023 rispetto ai 130.000 del 2022, ma un andamento costante dei contagi negli adolescenti.
Nel complesso, nel corso del 2023 quasi 2,4 milioni di bambini e adolescenti sono stati costretti a convivere con l’HIV.
La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime
Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione. L'HIV colpisce persone, fasce di età e culture diverse in modi differenti: ciò che funziona per delle ragazze adolescenti in una comunità rurale può non funzionare in una città, per ragazzi della stessa età o per chi fa uso di droghe. Per questo è vitale che i programmi siano mirati a seconda del contesto sociale e comunitario.
Sebbene siano stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV, la maggior parte dei bambini contrae il virus dell’HIV proprio durante la gravidanza, il parto o tramite l’allattamento al seno, soprattutto in assenza di diagnosi e cure antiretrovirali per la madre, per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio.
I bambini sotto i 5 anni affetti da HIV corrono rischi più elevati di mortalità legata all’AIDS rispetto a bambini di altre fasce d’età. Gli adolescenti sono una categoria particolarmente a rischio, per i quali informazioni adeguate e comportamenti responsabili sono fondamentali.
L’Azione dell’UNICEF
L’UNICEF è impegnato a porre fine all’AIDS entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l'accesso ai servizi per l'HIV. Operiamo in oltre
La nostra azione è incentrata su 3 aree fondamentali:
La prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus e l’eliminazione di HIV, sifilide ed epatite: per l’accesso delle donne con HIV a cure salvavita e di prevenzione della trasmissione madre-figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento, con l’assistenza continua e diagnosi regolari che possono prevenire la trasmissione del virus. L’UNICEF opera affinché ogni neonato sia libero da HIV, epatite B e sifilide, e che le madri affette da HIV abbiano accesso a servizi salvavita e per fermare la trasmissione dell'HIV ai loro bambini.
Le cure pediatriche dell’HIV e l'avvio tempestivo delle terapie: senza cure pediatriche la metà dei bambini con HIV rischia di morire prima del 2° anno. Diagnosi precoce e terapie immediate sono la priorità dell’UNICEF, che sta potenziando i punti di assistenza diagnostica e terapeutica – in particolare nell’Africa Sub-sahariana – dove i bambini sotto l’anno d’età ricevono diagnosi e cure nello stesso giorno. L’UNICEF opera inoltre per individuare i bambini non sottoposti a test o a cure regolari, per l'avvio tempestivo delle terapie per i bambini e gli adolescenti affetti dall'HIV e per mantenerli in cura.
La sensibilizzazione degli adolescenti contro nuovi contagi: l’UNICEF sostiene una combinazione di interventi di carattere biomedico, comportamentale e strutturale, con soluzioni innovative come trattamenti pre-esposizione; test effettuati in proprio; attività di sensibilizzazione sui rischi di contagio, per comportamenti informati e consapevoli, e per l’accesso a diagnosi e cura.
Alla luce dello stallo dei progressi per l’infanzia nella lotta all’HIV/AIDS, e del crescente divario con gli adulti per le cure, UNICEF, UNAIDS e OMS hanno lanciato una nuova Alleanza Globale per prevenire nuove infezioni tra bambini e adolescenti e affinché, entro il 2030, nessun bambino affetto da HIV si veda negato le fondamentali terapie di cura.
Negli ultimi anni i progressi sono stati notevoli, ma non sufficienti. L’obiettivo è porre fine all’AIDS entro il 2030
37
paesi supportati per la diagnosi dell’HIV
36
paesi assistiti per la doppia eliminazione di HIV e sifilide
I risultati dell’UNICEF
Nel 2023, la nostra presenza in tutti i paesi in cui la lotta all'HIV è una priorità ci ha permesso di rispondere rapidamente ad emergenze e ad altre criticità che minacciano i progressi nella lotta all’HIV/AIDS, operando per contribuire ad accelerare la fine dell'HIV/AIDS tra i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza.
Tra i risultati raggiunti nei 37 paesi prioritari che sopportano la maggior parte dei casi di HIV nei bambini, nel 2023 l'UNICEF ha sostenuto l'integrazione delle piattaforme diagnostiche per l'HIV nell'assistenza sanitaria di base alla popolazione, per la pronta diagnosi e l’inserimento in adeguate terapie di cura. Parallelamente, abbiamo sostenuto 36 paesi per l’adozione di politiche e misure dirette alla doppia eliminazione dell'HIV e della sifilide, per la protezione di bambini, adolescenti e donne in gravidanza.
Nel corso dell’anno, un totale di 32 paesi sono stati supportati con interventi multisettoriali di prevenzione dell'HIV tra i giovani, con particolare attenzione alla situazione delle ragazze adolescenti. Per accelerare la fine dell'AIDS, l'UNICEF ha continuato a porre un'attenzione mirata sulle ragazze adolescenti, che sono sproporzionatamente a rischio di contrarre l'HIV, sostenendo interventi per un maggiore accesso a servizi di qualità per la salute sessuale e riproduttiva.
Pagina aggiornata al 2 dicembre 2024