Programmi

HIV e AIDS

Nello sforzo globale di porre fine all'HIV e all'AIDS i bambini e gli adolescenti continuano a essere lasciati indietro. La maggior parte di loro contrae il virus dell’HIV durante la gravidanza, al momento del parto o tramite l’allattamento al seno e sono ancora troppo pochi quelli affetti da HIV in grado di accedere a test e terapie salvavita. Come risultato, centinaia di bambini e adolescenti continuano a morirne ogni giorno, con l’Africa Sub-sahariana che registra ben l’87% delle infezioni tra bambini sotto i 14 anni e l’87% tra gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni d’età. 

Per interrompere il circolo vizioso delle nuove infezioni e dei decessi, i bambini, le loro madri e gli adolescenti devono essere sottoposti al test per l'HIV e alle relative terapie mediche. Una priorità assoluta per l'UNICEF è quella di affrontare i fattori strutturali - povertà, mancanza di istruzione e violenza - che espongono molte persone, in particolare le ragazze adolescenti e le giovani donne, al rischio di contrarre l'HIV. Su questo versante, l’impegno dei leader africani per porre fine all’AIDS segna un passo avanti affinché tutti i bambini colpiti dall'HIV abbiano accesso a cure salvavita.

Gli ultimi dati disponibili per il 2022

2,6milioni

di bambini e adolescenti con HIV

270mila

nuovi contagi da HIV tra bambini e adolescenti

99mila

i bambini e gli adolescenti morti per l'AIDS

Ogni giorno 271 minori muoiono per cause legate all'AIDS

Nel 2022, circa 270.000 nuovi casi di HIV sono stati registrati tra bambini e adolescenti, portando il numero totale a 2,6 milioni a livello globale. Nonostante i progressi, ogni giorno 271 bambini e adolescenti muoiono per cause legate all'AIDS. 

Nell'ultima Giornata mondiale contro l'AIDS, l'UNICEF ha evidenziato come bambini e adolescenti affrontino lacune significative nell’accesso a test e terapie e le ragazze continuino a sopportare il peso maggiore dell'HIV, con 99.000 nuovi contagi nel corso dell’anno. 

Dall'HIV/AIDS non si guarisce e non esiste vaccino: può essere prevenuto adottando comportamenti adeguati. Le persone che contraggono il virus HIV, divenendo sieropositive, non sono malate di AIDS: solo in assenza di terapie adeguate sono destinate a contrarlo. Le ragazze sono le più a rischio, in parte per le disuguaglianze di genere e la mancanza d’accesso a programmi di prevenzione dell'HIV e di salute sessuale e riproduttiva. 

Il grafico rileva un calo di infezioni da HIV: nel 2022 sono stati registrati 130.000 nuovi casi per i bambini di età tra 0 e 9 anni, rispetto alle 140.000 del 2021, portando il numero totale di bambini che convivono con il virus a 930.000.   

Nel 2022, il numero di nuove infezioni da HIV tra gli adolescenti tra 10 e 19 anni è risultato di 140.000, rispetto ai 150.000 nel 2021, con il numero totale di adolescenti che convivono con il virus di 1.650.000.  

Nel complesso, nel 2022 quasi 2,6 milioni di bambini e adolescenti convivono con l’HIV.  

La forza dell'HIV/AIDS risiede nell'ignoranza delle sue vittime

Conoscere la malattia e i modi in cui si trasmette è l'unica, vera protezione. L'HIV colpisce persone, fasce di età e culture diverse in modi differenti: ciò che funziona per delle ragazze adolescenti in una comunità rurale può non funzionare in una città, per ragazzi della stessa età o per chi fa uso di droghe. Per questo è vitale che i programmi siano mirati a seconda del contesto sociale e comunitario.

Sebbene siano stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno-infantile dell’HIV, la maggior parte dei bambini contrae il virus dell’HIV proprio durante la gravidanza, il parto o tramite l’allattamento al seno, soprattutto in assenza di diagnosi e cure antiretrovirali per la madre, per la prevenzione della trasmissione da madre a figlio.

I bambini sotto i 5 anni affetti da HIV corrono rischi più elevati di mortalità legata all’AIDS rispetto a bambini di altre fasce d’età. Gli adolescenti sono una categoria particolarmente a rischio, per i quali informazioni adeguate e comportamenti responsabili sono fondamentali.

L’Azione dell’UNICEF

L’UNICEF è impegnato a porre fine all’AIDS entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, sostenendo l'accesso ai servizi per l'HIV. Operiamo in oltre 

La nostra azione è incentrata su 3 aree fondamentali:

La prevenzione della trasmissione madre-figlio del virus e l’eliminazione di HIV, sifilide ed epatite: per l’accesso delle donne con HIV a cure salvavita e di prevenzione della trasmissione madre-figlio durante la gravidanza, il parto o l’allattamento, con l’assistenza continua e diagnosi regolari che possono prevenire la trasmissione del virus. L’UNICEF opera affinché ogni neonato sia libero da HIV, epatite B e sifilide, e che le madri affette da HIV abbiano accesso a servizi salvavita e per fermare la trasmissione dell'HIV ai loro bambini.

Le cure pediatriche dell’HIV e l'avvio tempestivo delle terapie: senza cure pediatriche la metà dei bambini con HIV rischia di morire prima del 2° anno. Diagnosi precoce e terapie immediate sono la priorità dell’UNICEF, che sta potenziando i punti di assistenza diagnostica e terapeutica – in particolare nell’Africa Sub-sahariana – dove i bambini sotto l’anno d’età ricevono diagnosi e cure nello stesso giorno. L’UNICEF opera inoltre per individuare i bambini non sottoposti a test o a cure regolari, per l'avvio tempestivo delle terapie per i bambini e gli adolescenti affetti dall'HIV e per mantenerli in cura. 

La sensibilizzazione degli adolescenti contro nuovi contagi: l’UNICEF sostiene una combinazione di interventi di carattere biomedico, comportamentale e strutturale, con soluzioni innovative come trattamenti pre-esposizione; test effettuati in proprio; attività di sensibilizzazione sui rischi di contagio, per comportamenti informati e consapevoli, e per l’accesso a diagnosi e cura. 

Alla luce dello stallo dei progressi per l’infanzia nella lotta all’HIV/AIDS, e del crescente divario con gli adulti per le cure, UNICEF, UNAIDS e OMS hanno lanciato una nuova Alleanza Globale per prevenire nuove infezioni tra bambini e adolescenti e affinché, entro il 2030, nessun bambino affetto da HIV si veda negato le fondamentali terapie di cura.

Progressi raggiunti nel 2023

Negli ultimi anni i progressi sono stati notevoli, ma non sufficienti. L’obiettivo è porre fine all’AIDS entro il 2030

37

paesi supportati per la diagnosi dell’HIV

36

paesi assistiti per la doppia eliminazione di HIV e sifilide

I risultati dell’UNICEF

Nel 2023, la nostra presenza in tutti i paesi in cui la lotta all'HIV è una priorità ci ha permesso di rispondere rapidamente ad emergenze e ad altre criticità che minacciano i progressi nella lotta all’HIV/AIDS, operando per contribuire ad accelerare la fine dell'HIV/AIDS tra i bambini, gli adolescenti e le donne in gravidanza.

Tra i risultati riportati nei 37 paesi prioritari che sopportano la maggior parte dei casi di HIV nei bambini, nel 2023 l'UNICEF ha sostenuto l'integrazione delle piattaforme diagnostiche per l'HIV nell'assistenza sanitaria di base alla popolazione, per la pronta diagnosi e l’inserimento in adeguate terapie di cura. Parallelamente, abbiamo sostenuto 36 paesi per l’adozione di politiche e misure dirette alla doppia eliminazione dell'HIV e della sifilide, per la protezione di bambini, adolescenti e donne in gravidanza.

Nel corso dell’anno, un totale di 32 paesi sono stati supportati con interventi multisettoriali di prevenzione dell'HIV tra i giovani, con particolare attenzione alla  situazione delle ragazze adolescenti. Per accelerare la fine dell'AIDS, l'UNICEF ha continuato a porre un'attenzione mirata sulle ragazze adolescenti, che sono sproporzionatamente a rischio di contrarre l'HIV, sostenendo interventi per un maggiore accesso a servizi di qualità per la salute sessuale e riproduttiva.


Pagina aggiornata al 3 giugno 2023

Documenti disponibili

L’Azione Globale dell’UNICEF - Quadro dei Risultati_21/7/2023pdf / 1.18 Mb

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L’Azione Globale dell’UNICEF- Quadro dei Risultati_22/7/2022pdf / 1.16 Mb

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L’Azione Globale dell’UNCEF- Quadro dei Risultati_30/7/2021pdf / 1.25 Mb

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