Ciad, l'impegno di Fatime contro la malnutrizione dei bambini
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Fatime è una giovane donna di Tchoronga, in Ciad, una delle quattro volontarie del nuovo Centro Nutrizionale Ambulatoriale per bambine e bambini affetti da malnutrizione acuta severa, sostenuto dall’UNICEF.
Il primo giorno di attività ha imparato a pesare i bambini e misurarne l’altezza per stabilirne lo stato di salute. Ma soprattutto, ha imparato ad utilizzare il MUAC (Mid Upper Arm Circumference): un metro speciale che si stringe attorno al braccio come un braccialetto.
Spesso i volontari dei centri sono analfabeti, perché sono donne date in sposa in età scolare o uomini che da bambini hanno aiutato la famiglia nei campi. Ma il MUAC oltre a indicare i centimetri è suddiviso in tre zone colorate, rendendo la lettura semplice e rapida: verde, il bambino sta bene, gialla, il bambino è malnutrito, rossa, il bambino è in pericolo di vita.
Anche Fatime non conosce i numeri, ma riconosce facilmente il significato dei colori, così il MUAC, fin dalla prima mattina le permette di misurare più di 100 tra bambine e bambini del villaggio in poche ore.
Fatime grazie all’uso di questo strumento, semplice ma di vitale importanza, oggi è in grado, assieme a tutto lo staff del centro, di riconoscere subito lo stato di malnutrizione, così da intervenire in tempo con le cure e gli alimenti terapeutici messi a disposizione dall’UNICEF.
Il suo è un prezioso contributo alla volontà e all’impegno di molti di salvare delle vite.
Leggi il report di progetto Ciad - Prevenire la malnutrizione nella regione del Sahel
L'autrice di questa storia dal campo, Anna Babini, ha partecipato a un programma di volontariato con l'UNICEF in Ciad.