Haiti, le crisi umanitarie mettono a rischio i progressi per i bambini
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A cinque anni dal 2015, data limite per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, i leader mondiali si sono riuniti a settembre al Palazzo di Vetro dell'ONU a New York per ricalibrare le strategie per uno sviluppo più equo.
Poche centinaia di chilometri più a sud, i bambini di Haiti subiscono ancora gli effetti devastanti del terremoto del 12 gennaio scorso, e adesso, come se non bastasse, di un'epidemia di colera del tipo più pericoloso.
I pochi ma importanti progressi fatti negli scorsi anni nell'isola caraibica rischiano di essere seriamente compromessi.
A settembre l’UNICEF ha presentato un nuovo rapporto, "Haiti’s Children and the MDGs. Overcoming Disaster and Ensuring Development with Equity for All Children in Haiti" ("L'infanzia di Haiti e gli Obiettivi del Millennio: superare le catastrofi e garantire uno sviluppo equo per tutti i bambini di Haiti"), che denuncia come la fragilità socio-economica e i progressi altalenanti rischiano di far fallire il conseguimento degli Obiettivi per i bambini dell'isola.
Haiti è sulla buona strada soltanto per raggiungere il quarto degli otto traguardi: l'Obiettivo di Sviluppo del Millennio 4, che prevede la riduzione di 2/3 della mortalità infantile (0-5 anni) rispetto ai livelli del 1990.
Per i restanti Obiettivi la situazione è assai meno rosea. Rimangono ad esempio allarmanti i tassi di mortalità materna, tra i più alti del pianeta. Si registrano progressi troppo lenti nella lotta a malnutrizione e malattie, come pure sul fronte dell'accesso all'istruzione elementare e il contrasto a violenza e sfruttamento dei minori.
Questa fotografia a tinte fosche non può sorprendere: stiamo parlando di un paese con istituzioni deboli, dove due terzi della popolazione vive con meno di due dollari al giorno, lo Stato più povero del mondo al di fuori dell'Africa e dell'Asia meridionale, i grandi "bacini" della miseria globale.
Per colmo di sfortuna, Haiti si trova anche in una delle regioni più vulnerabile del pianeta dal punto di vista ambientale, crocevia delle correnti che trasportano uragani e tempeste tropicali verso il Golfo del Messico, e che da queste parti raggiungono la massima potenza.
I disastri naturali non fanno che accentuare le disparità esistenti e crearne di nuove. Così è accaduto con il terremoto di gennaio, così accade in queste settimane con l’epidemia di colera.
Il ruolo dell'UNICEF ad Haiti, secondo quanto afferma il rapporto, sarà quello di dedicarsi ai bambini colpiti dal terremoto, ma anche di puntare l'attenzione sui "bambini invisibili", ossia tutti quei bambini che solitamente rimangono lontani dai riflettori.
L'attenzione sui bambini più emarginati e svantaggiati che vivono nelle periferie urbane o nelle aree rurali difficilmente raggiungibili, non è solo un imperativo morale, ma è una strategia economicamente razionale per uno sviluppo a lungo termine.